R.I., Corriere della Sera 27/11/2008, 27 novembre 2008
Ferrero, l’industriale che fa il romanziere MILANO – Durante la settimana guida, in tandem con il fratello Pietro, un’azienda da 5,7 miliardi l’anno e 20 mila dipendenti (il quarto marchio al mondo per fama e qualità, secondo le stime del Reputation Institute)
Ferrero, l’industriale che fa il romanziere MILANO – Durante la settimana guida, in tandem con il fratello Pietro, un’azienda da 5,7 miliardi l’anno e 20 mila dipendenti (il quarto marchio al mondo per fama e qualità, secondo le stime del Reputation Institute). Nei fine settimana si dedica alla sua passione: scrivere romanzi. Non ama il lusso, rifugge la ribalta e non si concede ai giornali. Giovanni Ferrero ha fatto però un’eccezione con Style, il mensile del Corriere della Sera che gli dedica la copertina del nuovo numero in edicola domani. L’imprenditore 44enne racconta ad Aldo Cazzullo gli studi a Bruxelles, la scoperta della letteratura («ho letto tutto Balzac e Hugo, ma non ho mai superato pagina 30 della Recherche proustiana), gli inizi in azienda («traumatici: subii una forte pressione generazionale»). Ferrero parla poi della crisi economica, di come questa volta il capitalismo rischi di «essere colpito al cuore»: «Vedo grandi pericoli di sprofondare nel baratro. La risposta dei governi è buona, ma se i risparmiatori scoprissero il bluff delle garanzie interbancarie, gli stessi governi non avrebbero abbastanza fiches per ripagare il debito». Ma proprio l’arretratezza del sistema bancario rappresenta la nostra possibile via di salvezza: «L’etica del risparmio degli italiani potrebbe evitarci il peggio». Il figlio di Michele Ferrero, l’uomo che ha inventato prodotti geniali come l’ovetto Kinder e il Pocket Coffee, riassume in una battuta i valori che ispirano la sua famiglia: «Imprenditore povero, azienda ricca: non ho alcun interesse per le cose materiali». Ricorda il rapporto tra Berlusconi e il suo gruppo: «Negli anni ruggenti ci proponeva i contratti a rischio: se grazie alla pubblicità non incrementavi il fatturato oltre una certa soglia, non pagavi». Il suo ultimo romanzo si intitola Campo paradiso, è ambientato nei paesaggi in cui più di tutti adora viaggiare, quelli del continente africano. Niente feste a Malindi: Ferrero preferisce gli spazi incontaminati di Botswana e Namibia. Ma l’Africa, assicura l’imprenditore, è qualcosa di più di una meta per le vacanze o un immaginario da cui trarre ispirazione letteraria: «Un giorno ci tornerò, e per essere d’aiuto, sulle orme di mio padre che, negli anni, ha esteso l’impegno dell’azienda al miglioramento delle condizioni di vita delle zone meno favorite della terra». R.I.