Lucio Cillis, la Repubblica 27/11/2008, 27 novembre 2008
ROMA - Li sceglievano di piccole dimensioni, proprio per poterli sistemare nell´angusta fusoliera dei gloriosi Dc8
ROMA - Li sceglievano di piccole dimensioni, proprio per poterli sistemare nell´angusta fusoliera dei gloriosi Dc8. Erano quadri d´autore, e che autori: da Giacomo Balla a Capogrossi, da Gino Severini a Fortunato Depero da Renato Guttuso a Mario Sironi. Capolavori portati in alta quota, sistemati come in un museo volante negli aerei appena entrati nella flotta Alitalia. Erano i primi anni Sessanta e la compagnia era davvero una bandiera da mostrare, così come autori noti e meno noti, non potevano che trarre vantaggio dalla presenza di loro lavori a bordo dei velivoli col tricolore, facendoli conoscere al mondo intero. Oggi, nel cuore della sede della Magliana sono custodite ducento opere di proprietà dell´azienda. Alcune, la stragrande maggioranza, sono pezzi di scarso valore e stimati non più di 400-500 euro. Altre, una cinquantina, hanno invece un discreto valore. Quanto basta per attirare da anni l´attenzione dei tanti amministratori che si sono succeduti alla guida di Alitalia per poterne ricavare denaro fresco da immettere nell´ingordo motore del vettore. Nelle ultime settimane il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, ne ha affidato la stima all´occhio esperto di quattro case d´asta che, probabilmente nei prossimi giorni dovrebbero portare sul suo tavolo l´esito delle perizie. Le opere di un certo interesse, pronte ad essere cedute, sarebbero secondo lo stesso commissario una cinquantina. Tra i nomi degli artisti che soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta hanno impreziosito aerei e saloni della compagnia ci sono i nomi più noti dell´arte italiana e mondiale. C´è chi ricorda i lavori di Gino Severini e l´allestimento della sede parigina di Alitalia, durante gli anni Cinquanta. Dello stesso autore una testimonianza al sesto piano della sede centrale della compagnia. Opere come questa, guardando alle valutazioni degli ultimi anni, potrebbero dare sollievo ai conti della bad company che il commissario Fantozzi si ritroverà a guidare nei prossimi mesi fino alla chiusura. L´esempio da seguire è la "Danseuse" di Severini, olio su tela completato nel 1915, battuto a Londra per 15 milioni di sterline, circa 19 milioni di euro. Di nomi di spicco della scultura e della pittura del Novecento entrati nelle sale (talvolta negli scantinati) della Magliana ce ne sarebbero diversi: oltre ai Balla, Capogrossi o Depero, ci sarebbero anche degli Ottone Rosai, dei Massimo Campigli. C´è Mario Ceroli, autore fra l´altro del "Cavallo di legno" che fa bella mostra di se davanti alla sede Rai di Saxa Rubra, ma soprattutto di "Squilibrio" l´omaggio a Leonardo da Vinci che accoglie i viaggiatori allo scalo romano di Fiumicino, e che è di proprietà della compagnia. Ora non resta che attendere il verdetto delle case d´asta. Dopo i ripetuti tentativi di vendita del passato, la crisi della società potrebbe segnare anche la "privatizzazione" di piccoli e grandi opere. Oggi coperte dalla polvere ma soprattutto, dai debiti di Alitalia. LUCIO CILLIS