Michele Serra. la Repubblica 27/11/2008, 27 novembre 2008
MICHELE SERRA PER LA REPUBBLICA DI GIOVEDì 27 NOVEMBRE
Che un anziano prelato, riciclando vecchie dicerie, decida di "rivelare" che Antonio Gramsci si convertì in punto di morte baciando una statuetta di Gesù bambino, è anche comprensibile. Fa parte di una goffa ma in fondo innocua concezione della questione religiosa, buona per i pulpiti meno ambiziosi e per i fedeli meno esigenti. Meno comprensibile è che fior di giornali, e storici, e intellettuali si vedano poi costretti a replicare a questo gossip di sacristia come se fosse una cosa seria. Come se il rapporto con la religione di uno dei massimi pensatori italiani potesse essere in qualsiasi maniera illustrato da un aneddoto per beghine.
Ci vorrebbe un livello minimo garantito anche per le polemiche. Tutte quante, ma specialmente quelle che pretendono la qualifica di "dibattito", e invece basterebbero appena ad alimentare una scaramuccia al bar. Profittando dell´onda lunga del revisionismo, c´è un sacco di gente che ci butta sopra il suo turacciolo per vedere quanto lontano può arrivare. Mette tristezza scoprire che anche l´autorevole Radio Vaticana è autorevolmente salita a cavalcioni dell´ultimo turacciolo di passaggio.