Marco Liera, Sole 24 Ore (Plus24) 25/10/2008, 25 ottobre 2008
Anche il credito al consumo ha i suoi "subprime". In Italia chi si indebita con la carta di credito può pagare tassi fino al 25% (per i finanziamenti fino a 5 mila euro la soglia di usura è fissata al 25,77%)
Anche il credito al consumo ha i suoi "subprime". In Italia chi si indebita con la carta di credito può pagare tassi fino al 25% (per i finanziamenti fino a 5 mila euro la soglia di usura è fissata al 25,77%). Tassi come questi, aggiunti alla flessibilità dei finanziamenti con credit-card (il cosidetto revolving), possono portare a un maggiore rischio di insolvenza soprattutto in periodi di recessione come questo. Negli Stati Uniti American Express ha annunciato che il tasso di insolvenza (charge-off rate) a settembre è salito al 6,1%, con attese di ulteriori rialzi per fine anno. Secondo l’agenzia Moody’s l’insolvenza potrebbe salire all’8,5% per fine 2009 (al di sopra del record registrato con la recessione del 2003). Anche in Italia, diversamente a quanto accade per i mutui dove la valutazione dell’affidabilità dei debitori è condotta con criteri più rigidi di quelli americani, nel credito al consumo si è creata un’offerta destinata a privati che presentano un certo grado di rischiosità. I dati disponibili sull’insolvenza del credito al consumo nel nostro paese sono ancora fermi al marzo 2008 (ben prima della vera crisi) ma già parlavano di un tasso del 2,2% rispetto all’1,8% dell’anno prima.