Il Sole 24 Ore (Plus24) e Massimiliano Malandra per Borsa&Finanza, 25/10/2008, 25 ottobre 2008
Come Warren Buffett è diventato il più ricco investitore dei nostri tempi (patrimonio stimato 62 miliardi di dollari)
Come Warren Buffett è diventato il più ricco investitore dei nostri tempi (patrimonio stimato 62 miliardi di dollari). Investe solo nei settori che conosce alla perfezione. Gli piacciono le aziende che operano in ambienti semplici, a lui comprensibili. Non valuta software e semiconduttori perché pensa che i relativi flussi di cassa siano troppo difficili da prevedere. Però sa tutto di bevande e lamette da barba. E soprattutto acquista aziende a meno del valore intrinseco e con multipli contenuti: otto-nove volte gli utili, Roe elevato e possibilmente una capitalizzazione inferiore ai propri mezzi (vedi sotto). In poche parole non devono essere di moda o promettere di far arricchire in fretta l’invesitore: «Le società è meglio se sono brutte e noiose». I cinque parametri fondamentali: - PRICE/EARNING il rapporto fra prezzo dell’azione e il suo utile. Dopo averlo normalizzato (escludendo le poste straordinarie) va confrontato con il Roe (utili attesi diviso flussi di cassa) che indica il rendimento del capitale messo a disposizione dagli azionisti. Un p/e costantemente inferiore alla redditività espressa dal Roe (fino ad un limite di 16-17 volte gli utili) rappresenta un buon segnale di investimento. - PRICE/FREE CASH FLOW il rapporto fra il prezzo dell’azione e il flusso di cassa operativo. Quest’ultimo valuta le azioni sulla base dell’effettivo flusso monetario (cassa) di un’azienda, tenuti in considerazione gli investimenti in capitale circolante e gli investimenti necessari all’operatività ed al mantenimento/accrescimento dell’attività nel lungo periodo. Indicatore più efficace del p/e perchè i risultati sono più realistici visto che è una misura delle entrate e delle uscite monetarie di una società. - PRICE/BOOK VALUE il rapporto tra il prezzo dell’azione e il valore a cui un determinato bene o attività sono iscritti nel bilancio della società. Serve a scovare società prezzate meno dei propri mezzi. Ciò significa non assegnarle nessuna prospettiva reddituale, ma se la società fa utili con continuità, stacca un dividendo e ha un debito contenuto, ci sono grosse possibilità che il titolo sia sottovalutato. - DEBITO/EBITDA il rapporto fra indebitamento finanziario netto e margine operativo lordo (Mol). Indica se e in quanti anni l’azienda è in grado di ripagare il debito con il Mol. Più questo valore è elevato, più si allungano i tempi per ridurre i debiti. In genere un valore inferiore alle tre volte è preferibile, se supera le cinque volte è meglio stare alla larga. - DIVIDEND YIELD E PAYOUT RATIO Il primo indica il rendimento del dividendo (rapporto fra cedola e prezzo del titolo). Più è alto più la cedola staccata è elevata rispetto al prezzo ma non necessariamente indica una sottovalutazione del titolo: Telecom, per esempio, per anni ha erogato cedole generose, ma la discesa del titolo ha sempre affossato il rendimento complessivo. Un utile filtro aggiuntivo è il payout (rapporto tra monte dividendi e utile netto): valori contenuti - sotto il 50% - sono un viatico alla stabilità delle cedole anche in caso di discesa dei profitti. Vedi anche I segreti dell’uomo più ricco del mondo. Fare i soldi con Warren Buffett. Di Vahan Janjigian, Etas 2008, euro 19. I segreti di Warren Buffett. Come avere successo negli affari. Di Mary Buffett e David Clark, Lindau 2007, euro 16.