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 2008  novembre 25 Martedì calendario

Alistair Darling, ministro delle Finanze britannico, ha presentato il piano per salvare l’economia inglese dalla recessione

Alistair Darling, ministro delle Finanze britannico, ha presentato il piano per salvare l’economia inglese dalla recessione. Il piano prevede una manovra di stimolo da 20 miliardi di sterline, pari all’1% del Pil, e stabilisce il taglio immediato per 13 mesi consecutivi dell’Iva dal 17,5% al 15%. Quest’operazione costerà all’Erario 12,5 miliardi di mancate entrate. Il governo anticiperà per tre anni la spesa pubblica per infrastrutture (investendo tre miliardi) e offrirà aiuti alle imprese per sette miiardi. La misura più inaspettata della strategia di Darling è la decisione di far pagare, a partire dal 2011, a chi ha redditi superiori a 150mila sterline un’aliquota del 45%. Questa misura riguarda poco meno del 10% dei contribuenti inglesi (350mila persone) e dovrebbe far guadagnare allo Stato 2,5-3 miliardi di sterline. Il piano destina inoltre 1,8 miliardi alle famiglie che faticano a pagare i mutui e concede alle piccole imprese in difficoltà di rinviare il pagamento delle imposte. Darling ha detto che il Pil britannico quest’anno crescerà dello 0,75% e che il prossimo anno il Paese andrà in recessione in una forchetta compresa tra il -0,75% e il -1,25%. Economisti, isitutiti di ricerca e organismi internazionali prevedono invece un calo dell’1,5%. Secondo il ministro le nuove misure dovrebbero rimettere in piedi l’economia già a partire dalla fine del prossimo anno. Il deficit inglese salirà dal 5,3% del Pil nell’anno fiscale 2008-2009 all’8% dell’anno successivo, cioè da 73 miliardi a 118 miliardi di dollari. Nel 2010-2011 il deficit scenderà al 6,8%. Il debito pubblico passerà da 41% del Pil al 57% nel 2013-2014, poi tornerà a scendere. Seondo un’inchiesta del "Financial Times" nel Regno Unito due posti di lavoro su tre sono generati dallo Stato. Il settore pubblico è talmente presente nell’occupazione che tra il 1998 e il 2006, negli anni del pieno sviluppo dell’economia britannica, in alcuni settori della sfera privata si è verificata una contrazione. Su un totale di 1,3 milioni di posti di lavoro creati dal 1998 al 2006, ben 600mila sono venuti dal settore pubblico. A offrire maggiore occupazione sono l’amministrazione pubblica, la sanità e la previdenza sociale. Questi settori hanno assorbito i lavoratori rimasti senza lavoro con la chiusura di molte industrie. Le regioni che hanno più contribuito a fornire impieghi pubblici sono state Scozia e Sud Ovest con il 29% di aumento ciascuna ed Est Anglia e Galles con il 27%. Londra, le Midlans orientali e il Sud Est hanno visto una predenza pubblica minore (18%).