The Economist, 20 Novembre 2008, 25 novembre 2008
Negli Usa diversi Stati stanno cercando di fermare le agenzie di prestito ”payday”. Sono negozi che offrono piccoli prestiti a breve termine (un anticipo della paga) a condizioni molto sfavorevoli: in media un prestito da 100 dollari per 15 giorni costa 15 dollari, significa che il tasso annuale applicato è del 390%
Negli Usa diversi Stati stanno cercando di fermare le agenzie di prestito ”payday”. Sono negozi che offrono piccoli prestiti a breve termine (un anticipo della paga) a condizioni molto sfavorevoli: in media un prestito da 100 dollari per 15 giorni costa 15 dollari, significa che il tasso annuale applicato è del 390%. Ma l’industria dal payday sta ricevendo molti duri colpi questo mese. Il 6 novembre la Corte suprema dell’Arkansas ha dichiarato che la loro attività viola la costituzione. In Arizona gli elettori hanno votato contro una riforma che ne ampliasse le possibilità. In Ohio i cittadini hanno invece stabilito di non abrogare una legge che poneva un tetto massimo ai tassi annuali d’interesse. Per le ”payday” l’esperienza in questi tre stati può dirsi conclusa. Non sono gli unici casi. Il Southwest Centre for Economic Integrity, un centro di ricerca che indaga sullo stato del credito, ha raccolto dozzine di ordinanze locali contro i payday, varate in città sparse dalla California al Kansas. Anche Washington potrebbe intervenire. Il governo centrale ha fissato l’anno scorso un tetto del 36% ai tassi di interesse per i prestiti alle famiglie dei militari. Obama progetta di estendere questo limite a tutte le famiglie d’America.