«La manovra Telecom costa 72 milioni all’anno» di Carmine Fotina, Il Sole 24 Ore, 25/10/2008, pag. 23, 25 ottobre 2008
Sono i concorrenti di Telecom Italia, ancor prima dell’Autorità per le comunicazioni, a fare i conti sulla doppia manovra sui canoni di accesso per la telefonia fissa (si veda Il Sole 24 Ore di ieri)
Sono i concorrenti di Telecom Italia, ancor prima dell’Autorità per le comunicazioni, a fare i conti sulla doppia manovra sui canoni di accesso per la telefonia fissa (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Per Telecom si tratterebbe di un aumento dei ricavi all’ingrosso stimato in 72 milioni all’anno, pari a circa lo 0,5% dei ricavi della divisione Domestic wireline del 2007. Il tutto, scrivono all’Authority gli amministratori delegati di otto compagnie concorrenti, accompagnato da una conseguente riduzione dell’11% dell’Ebitda del mercato della telefonia fissa gestito dagli operatori alternativi. Se poi l’aumento all’ingrosso per il 2009 fosse trasferito interamente anche sul canone per le famiglie, per Telecom ci sarebbero altri 380 milioni di ricavi aggiuntivi. Fastweb, Vodafone, Wind, Bt, Tele2, Tiscali, Colt, Welcome Italia chiedono al garante delle telecomunicazioni di bloccare subito la manovra di Telecom. Ieri si è fatta sentire anche l’associazione Altroconsumo che ha lanciato una petizione online contro il progetto di aumenti. La richiesta presentata giovedì scorso dal gruppo di Franco Bernabè è per un incremento del canone dell’"ultimo miglio" pari al 23% rispetto al 2008 e per un parallelo adeguamento del canone residenziale delle famiglie intorno ai 2 euro mensili. In realtà discussioni, a livello informale, ci sono già state e l’Autorità potrebbe riconoscere all’ex monopolista un aumento pari a circa la metà della richiesta. Tra gli aspetti che il Garante delle tlc prenderà in considerazione c’è il possibile "squeeze", cioè la compressione dei margini per i concorrenti. Se si aumentano di pari passo canone all’ingrosso e al dettaglio, i competitor possono a loro volta ritoccare verso l’alto i prezzi annullando almeno in parte le stime negative sull’Ebitda prima menzionate. A questo schema apparentemente lineare, in realtà, si affiancherebbe un aumento generalizzato dei prezzi telefonici difficile da assorbire in un fase recessiva dei consumi come quella attuale. Manca un altro tassello, fanno poi notare i concorrenti: Telecom Italia potrebbe puntare con decisione sulle offerte a pacchetto che prevedono l’annullamento del canone per i propri clienti al dettaglio. Offerte che, se non adeguatamente replicabili dai competitor, vanificherebbero di fatto la "neutralità" della doppia manovra appena proposta all’Authority per le comunicazioni. un rebus che dovrà risolvere il garante Corrado Calabrò. Ci sono da un lato le considerazioni di Telecom sui costi effettivi non adeguatamente riconosciuti, su metodologie di calcolo vecchie e sul confronto europeo che obiettivamente vede l’Italia tra i Paesi meno cari per i canoni mensili dell’unbundling. Dall’altro ci sono le controdeduzioni, ricche di cifre, presentate da Fastweb, Vodafone e gli altri. In attesa di decidere, l’Autorità ha intanto assegnato a una serie di Università la realizzazione di 14 progetti di ricerca per il programma «Infrastrutture e servizi a banda larga e ultralarga». Lo stanziamento massimo previsto è di 50.000 euro per ognuno dei 14 progetti vincitori, per 700.000 euro complessivi. Capofila delle cordate vincenti sono l’Università La Sapienza di Roma, la Federico II di Napoli, l’Università Tor Vergata di Roma, il Ceradi della Luiss di Roma.