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 2008  novembre 25 Martedì calendario

ROMA – «

Nun c’ho dormito»: Mario Di Carlo, inconfondibile, racconta così la notte dopo
Report. La Regione Lazio traballa per lo scandalo, adesso, e lui rimette a Marrazzo «l’incarico fiduciario» sui rifiuti: «Sono stato un ingenuo, ma non sono quella macchietta che si è vista in tv, una via di mezzo tra un politico corrotto e un imbroglione. In ogni caso, chiedo scusa ». Sì, a guardare Report l’impressione è pessima. Nel frattempo, e per puro caso proprio ieri, il sindaco Alemanno chiede di rivedere il piano regionale dei rifiuti. Secondo i maligni l’obiettivo mai ammesso – seppure negli ultimi mesi An si sia schierata «contro il monopolio di Cerroni» – l’obiettivo dunque è quello di moltiplicare inceneritori e gassificatori nel Lazio. Si vedrà.
La trasmissione di Raitre manda in onda le parole del rutelliano Di Carlo, quelle dette a fine intervista, «a telecamere spente»: certo, l’eloquio è tutt’altro che forbito – «Cerroni nel suo mondo co’ chi c... va a mangiare la coda alla vaccinara, co’ Caltagirone?» – ma ciò che crea il caos politico è altro. Che rapporti ci sono tra il Di Carlo assessore con delega ai rifiuti del Lazio di Marrazzo (centrosinistra) e l’imprenditore dell’immondizia Manlio Cerroni? A guardare Report, i dubbi sono pochi: Di Carlo ne parla come di uno che «si sente immortale », e che però, in qualche modo, lo ha scelto come erede, successore, delfino. Ora, Cerroni: è il proprietario della discarica più grande d’Europa, quella di Malagrotta, alle porte di Roma, sulla quale ci sono già tre inchieste della magistratura, una delle quali cerca di scoprire se tutti quei rifiuti abbiano portato a casa della gente il cancro, oltre l’olezzo. Ma, sia chiaro, che Cerroni e Di Carlo vivessero in sintonia – «leggenda» vuole che Di Carlo abbia o abbia avuto anche una relazione con l’erede dell’impero, Donatella Cerroni, anche se lui nega: «Mai» – ecco, che loro due fossero amici, semplicemente: era noto a tutti. A Marrazzo quando ha conferito a Di Carlo «l’incarico fiduciario» sui rifiuti (non una vera delega), e all’opposizione di centrodestra che, in questi mesi, è quasi sempre rimasta in silenzio. Poi arriva la puntata di Report, domenica sera: e la bufera sulla politica della Regione è di gran lunga peggiore di quella atmosferica che s’abbatte sul Lazio.
Certo non può scrivere a Mi manda Raitre il presidente Piero Marrazzo, già conduttore della trasmissione: «Sono in disaccordo con quanto detto da Di Carlo, sia nei toni sia nei concetti ». Non a caso, nel pomeriggio, il governatore si riprende l’«incarico fiduciario»: ma la polemica sembra tutt’altro che placata. Cerroni manda fax a Raitre:
«L’inquinamento, se c’è, non ha niente a che vedere con la discarica». Lo decideranno i magistrati. Per il momento, tocca alla politica: con il Pd che descrive l’assessore (è ancora assessore, alla Casa) come «ingenuo ma onesto » e il Pdl che ne chiede le dimissioni da tutto. Di certo, al momento, oltre alle immagini di Report, c’è una sola cosa che persiste, in tutta questa storia. La bufera politica.
Amicizia
L’assessore del lazio Di Carlo e, nel tondo, Manlio Cerroni
Alessandro Capponi Francesco Di Frischia