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 2008  novembre 17 Lunedì calendario

FABIO POZZO PER LA STAMPA DI LUNEDì 17 NOVEMBRE 2008

La crisi si sente anche nella cinofilia, se è vero che l’anno scorso all’Esposizione internazionale canina di Genova gli espositori erano il doppio. Ma il termometro della passione per il cane resta alto: a Genova gli esemplari che hanno sfilato nel weekend sono stati duemila, i padroni 500 sabato e mille ieri. «Abbiamo riempito il piazzale d’auto, numeri da Salone nautico», dice soddisfatto Luigi Durando, vice presidente del Gruppo cinofilo genovese che ha organizzato la manifestazione.
I numeri, insomma, ci sono. Si calcola che la popolazione a quattro zampe in Italia aumenti di 100 mila unità all’anno. Quelli di razza, neanche a dirlo, sono i più gettonati. Con una particolare predilezione per i cani da ferma e segugi, da caccia in genere, i più numerosi a guardare l’anagrafe 2007 dell’Ente nazionale della cinofilia italiana: 47 mila, col setter inglese in vetta, tallonato dall’epagneul breton, dal segugio italiano, dal pointer inglese e dal beagle. Segue il gruppo delle razze all’apparenza più aggressive, tipo schnauzer e molossoidi: 22 mila. Qui dettano legge boxer, rottweiler, bulldog, il cane corso e il terranova. Piace sempre meno, invece, il dobermann, nero o marrone focato che sia. «Da quando la legge del 2006 sul benessere dell’animale ha vietato di tagliare loro orecchie e coda, hanno perso la linea che li caratterizzava, e con essa l’appeal», spiega Durando.
Viva il bassotto
Tra i pastori il tedesco continua a essere il principe (17 mila iscritti all’Enci) anche se - osserva Durando - «non va più come un tempo». Più lanciato il border collie. In caduta libera, tra i nordici, l’husky. «E’ un cane difficile ma siccome l’aveva Giovanni Agnelli è stato di moda. Morto l’Avvocato, non se ne vedono più», dice Paola Daffunchio, allevatrice di Casteggio, nel Pavese, che indica in questo gruppo come più trendy il samoiedo. Tra i terrier piace il jack russel e il fox terrier, e resiste lo yorkshire. Va sempre forte il bassotto, di tutte le famiglie, mentre tra le razze da riporto regnano labrador e golden retriever. «Buoni, semplici e ideali per la famiglia», spiega Daffunchio. Perché se fino a ieri si portava a casa il miglior amico dell’uomo per il bambino, oggi la scelta è condivisa e si decide tutti insieme.
E tra i cani da compagnia, da salotto? Chihuahua, barboni e carlino su tutti. Poi ci sono le novità: il bouledogue, una sorta di mini-bulldog francese, più massiccio di un carlino e meno accigliato del cugino inglese; il lagotto romagnolo, un asso per la caccia ai tartufi; l’emergente lupo italiano, già riconosciuto come nuova razza dal ministero dell’Agricoltura.
E ci sono miti che tramontano. Il dalmata, per esempio. E il cocker, che una ricerca inglese ha definito il numero uno tra i morsicatori. Cerchia a parte per i levrieri. E quelli grossi, come gli alani? «Si vedono al guinzaglio soprattutto delle donne», dice Durando.
I campioni italiani
I nuovi ricchi asiatici fanno sempre più incetta di quattro zampe di razza, campioni delle esposizioni. A Genova la stella dei due giorni è stata Alex del Monte Alago, bracco italiano dell’allevamento romano Sobers e Tripoli (sul sito www.caniitalia.it risultati e foto). I campioni costano anche 40 mila euro, sono cani perfetti. «Quasi perfetti», puntualizza il mantovano Giulio Bezzecchi che in trent’anni da giudice ha dato il punteggio massimo (100) solo tre volte. E che difende a spada tratta il movimento cinofilo tricolore: «Siamo ai vertici mondiali come allevatori, all’ultima finale europea nella top ten di tutte le razze sette esemplari erano nostri». L’Italia, oltretutto, alleva buona parte delle razze riconosciute. «Sono 463, da noi se ne possono trovare 380», spiega Daffunchio. Un business per chi alleva? «Diciamo un hobby costoso».
Viaggio da incubo
Il discorso del business porta lontano. In Romania, Ungheria, nell’Est in generale, dove non si guarda tanto per il sottile e il cucciolo fa rima con affare. «Costano 50 euro, non hanno pedigree. Li trasportano oltre frontiera in condizioni aberranti per rivenderli a commercianti privi di scrupoli, che li piazzano con grandi ricarichi a chi non può permettersi l’animale di razza selezionato. Il cane tarocco, insomma. Consiglio? «Acquistare cani solo da allevatori riconosciuti, meglio se italiani. Lasciar perdere negozi e fiere del cucciolo. Oppure, liberarne uno dai canili. E si fa anche una buona azione».
Infine, i gadget. Sempre più elettronici, e anche questa è moda. In uno stand si vendeva il Bow Legend, aggeggio che interpreta il bau bau del cane e indica il suo stato d’animo. Funziona? «Sì, l’ho provato coi miei». Costa 87 euro, parla solo inglese.