Prezzo del grano in caduta libera di Olga Bussinello, Italia Oggi, 25/10/2008, pg. 21, 25 ottobre 2008
Rispetto a sei mesi fa le quotazioni del grano duro sono scese del 60%, quelle del grano tenero del 25%
Rispetto a sei mesi fa le quotazioni del grano duro sono scese del 60%, quelle del grano tenero del 25%. Nel mercato interno per il grano duro si è passati da oltre 520 euro a tonnellata di marzo ai 240 euro attuali. Per il tenero la diminuzione riguarda sia il grano speciale sia quello fino: da 255/ton di marzo a 150/ton di ottobre. Sergio Marini, presidente di Coldiretti: «Il crollo del prezzo del grano degli ultimi sei mesi sul mercato internazionale porterà a perdite di oltre 120 miliardi di euro per i contadini dei diversi continenti, che rischiano di essere costretti ad abbandonare una coltivazione dalla quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone con un raccolto di quasi 600 milioni di tonnellate all’anno». Sotto il profilo commerciale restano lontanissimi i 300 euro a tonnellata di marzo. Per gli agricoltori sarà essenziale non scendere sotto il prezzo di 200 euro a tonnellata. Unione Seminativi ha rilevato un calo del prezzo del grano duro sulla piazza di Bologna di 40 euro a tonnellata in otto giorni. Il trend discendente, il linea con il calo a livello europeo, riguarda anche il grano tenero. I problemi sono due: la diminuzione dei consumi e la qualità. I grani esteri, soprattutto quelli francesi, creano una cortina di mercato per i prodotti nazionali, purtroppo non perfetti qualitativamente. Lo scenario per Unione Seminativi è «delicatissimo, ora che la domanda ha rallentato e di molto e si orienta verso i prodotti del Mar Nero. Il rischio di vedere a basso costo i nostri teneri è forte ma, forse, dopo la tempesta si potrebbe tornare a vedere per qualche seduta di borsa sprazzi di sole, se la «stabilità» del Kazaco si confermasse bassa».