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 2008  novembre 19 Mercoledì calendario

Una bomba di liquidità così trascurata dalla borsa? Senza contare il resto, cioè impianti di raffineria, centrali di produzione di energia, circa 2 mila stazioni di servizio (7% della rete nazionale) e la quota abbondante di controllo (77,4%) della quotata Erg Renew, società che riunisce le attività avviate nel campo delle energie rinnovabili, soprattutto l’eolico

Una bomba di liquidità così trascurata dalla borsa? Senza contare il resto, cioè impianti di raffineria, centrali di produzione di energia, circa 2 mila stazioni di servizio (7% della rete nazionale) e la quota abbondante di controllo (77,4%) della quotata Erg Renew, società che riunisce le attività avviate nel campo delle energie rinnovabili, soprattutto l’eolico. Ma allora perché non ne approfittiamo noi per riportarla per intero nella sfera famigliare? Attorno a questo interrogativo ferve il dibattito in seno alle famiglie Garrone-Mondini, cui fa capo il gruppo petrolifero-multienergy Erg, che quest’anno festeggia i 70 anni di attività. L’ipotesi delisting, dunque, sta prendendo piede nelle riflessioni dei vertici della famiglia, a cominciare dal neoeletto presidente onorario Riccardo Garrone, e i due figli, il presidente operativo Edoardo e l’ad Alessandro. A concorrere verso questa soluzione i due fatti salienti degli ultimi mesi. Il 24 giugno l’accordo, perfezionato il 6 novembre, per la vendita per 1,34 miliardi di euro (600 milioni accreditati il 1° dicembre e il resto in tre rate entro settembre 2009) del 49% della raffineria Isab di Priolo ai russi di Lukoil. Con in più l’opzione per cedere tra qualche anno anche il restante 51% dell’impianto siciliano. Poi, sul finire dell’estate, l’aggravarsi della crisi economica mondiale e il crollo delle borse, che sia pure in maniera meno grave rispetto alla media ha pesato anche sul titolo Erg, che da inizio anno ha perso circa il 12% del valore e ieri ha chiuso in calo del 4,6% a quota 11,26 euro. Ai valori attuali Erg capitalizza in borsa circa 1,7 miliardi. Considerando l’indebitamento (al 30 settembre) di circa 1,6 miliardi si ottiene un enterprise value di circa 3,3 miliardi. L’incasso derivante dalla vendita ai russi della minoranza di Isab consentirà di portare i debiti quasi a zero. Oggi alle holding di famiglia fa capo circa il 62,5% di Erg, sommando il 55,6% in carico alla San Quirico spa e il 6,9% della Polcevera sa. Un’altra quota dell’1,4% è stata ricomprata nell’ambito di un piano di buy back. In base alle dichiarazioni pervenute alla Consob, in questo momento nessun altro azionista possiede una quota superiore al 2% del capitale, elemento di delusione per il controllante, che vede il proprio gruppo aver poco seguito tra gli investitori istituzionali, malgrado una consistente sottovalutazione. Ipotizzando il lancio di un’opa sul 36% di flottante in circolazione al prezzo di 15 euro per azione, ai Garrone-Mondini basterebbero poco più di 800 milioni per riportarsi a casa il secondo raffinatore italiano, togliendo dal listino un gruppo che rappresenta quasi un quinto della capacità di raffinazione del Paese, più il resto che si è detto. La famiglia ritiene la soluzione delisting una tra le opzioni strategiche a disposizione per «investire ulteriormente su se stessa». Insomma, ci sta pensando seriamente. Del resto chi ha cash a disposizione sa che questo è un momento irripetibile per comprare. Il titolo Erg è giunto in borsa nel 1997 al prezzo di 6 mila lire, l’equivalente di 3,1 euro, raggiungendo un picco di 24 euro nel 2006. Il 2007 è stato un anno difficile per i raffinatori, ma il 2008 sta andando decisamente meglio, con un risultato operativo netto consolidato di 322 milioni rispetto ai 186 milioni nei primi nove mesi del 2007 e un risultato netto di gruppo a valori correnti di 96 milioni rispetto ai 52 milioni del periodo gennaio-settembre 2007.