Con le Borse tramonta anche il solare di Luigi Portioli, Finanza & Mercati, 25/10/2008, pag. 13, 25 ottobre 2008
Con le borse tramonta anche il solare - Negli ultimi dieci mesi la perdita media subita dalle quotazioni dei titoli energetici è stata del 40%, cinque punti percentuali peggio del Dow Jones e tre in meno del Nasdaq
Con le borse tramonta anche il solare - Negli ultimi dieci mesi la perdita media subita dalle quotazioni dei titoli energetici è stata del 40%, cinque punti percentuali peggio del Dow Jones e tre in meno del Nasdaq. Il calo ha colpito tutti i comparti energetici, a cominciare dai giganti mondiali di petrolio, gas ed eletrticità. Da gennaio Exxon ha perso 30 punti percentuali. Eni, Enel e Shell hanno bruciato una quota più meno uguale. Una perdita media del 40% ha afflitto le majors europee Eon, Edf, Bp e Total e le aziende locali di pubblica utilità italiane (A2a, Hera, Enia, Iride). Se si facesse la classifica delle prestazioni azionarie delle utilities, sul fondo si troverebbero società come China Petroleum, scesa del 50%, e Gazprom, il cui titolo ha perso il 65% dall’inizio dell’anno. Chi soffre di più sono le azende del solare fotovoltaico. Dall’inizio del 2008 i titoli di questo comparto hanno perso in media il 53% (con punte di -60% e -70%). La media generale è stata negativa anche per il comparto eolico: le europee Vestas e Gamesa hanno subito perdite comprese tra il 30 e il 40%, le aziende eoliche quotate negli Usa hanno dovuto sopportare cali maggiori (Americas Wind Energy -60% e Xinjiang Goldwind -75%). Un andamento pessimo ma costante caratterizza le prestazioni azionarie del reparto del bietanolo, che quest’anno negli Usa ha registrato perdite oscillanti tra il 50% e il 60%. Il colosso americano VeraSun è arrivato a perdere il 90% in soli dieci mesi. «I bassi corsi azionari delle imprese energetiche invitano alle Opa, come nel caso della Exelon che opera nel comparto nucleare Usa verso la texana Nrg Energy, e si conta anche un caduto eccellente con la statunitense Constellation Energy Group. La società, esposta con Lehman & Brothers, è stata acquistata in queste settimane da un fondo specializzato di Warren Buffet al prezzo di 26,50 dollari per azione. Si è trattato di un affare niente male per l’acquirente se si pensa che a giugno del 2008 la quotazione era di 82,25 dollari e che, secondo l’opinione di alcuni analisti, solo in immobili ed impianti la Costellation potrebbe valere più del doppio del prezzo di acquisto». Per giustificare le condizioni di vendita a Mr Buffet, il board della società acquisita ha invocato la necessità di evitare una bancarotta ormai incombente, pericolo di cui i piccoli azionisti non erano a conoscenza fino al momento della vendita. Dopo la ratifica della cessione, i piccoli azionisti hanno intrapreso una class action per contestare le false comunicazioni con cui il management nei mesi passati avrebbe gonfiato i risultati economici e nascosto i rischi crescenti per il capitale investito nell’azienda. Fino a questo momento non ci sono stati riflessi negativi sulle attività economiche e produttive delle aziende energetiche che hanno perso in borsa: Exxon ha raggiunto un nuovo record di utili con 22,6 miliardi di dollari nel primo semestre del 2008, la francese Edf ha acquistato la British Energy e il nucleare britannico, Vestas e Rec continuano a raccogliere ordini e ad aprire impianti in tutto il mondo e Vera Sun, nonostante il record di perdite in Borsa, nel secondo trimestre del 2008 ha registrato un +58% dei suoi profitti rispetto al 2007. I timori che una recessione mondiale porti a ridurre consumi e profitti nel settore energetico è reale e si cominciano a manifestare con la riduzione dei piani di investimento delle aziende e, nella Ue, attraverso la crescente ostilità di molti settori produttivi tradizionali verso i vincoli energetico - ambientali previsti dal piano «20-20-20» (il piano Ue per contrastare i mutamenti climatici).