La Stampa 22/11/2008, 22 novembre 2008
I pirati autori delle scorribande al largo delle coste somale sarebbero finanziati da un’intricata rete finanziaria che fa capo a uomini d’affari di Dubai
I pirati autori delle scorribande al largo delle coste somale sarebbero finanziati da un’intricata rete finanziaria che fa capo a uomini d’affari di Dubai. Lo sostiene il giornalista investigativo Gerald Posner in possesso di informazioni riservate contenute in un dossier del Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), il braccio del Tesoro degli Stati Uniti d’America che indaga sul riciclaggio internazionale di denaro. Secondo l’Interpol, sarebbero coinvolti personaggi molto potenti di nazionalità somala o degli stessi Emirati tutti residenti a Dubai. Attraverso un sistema occulto di istituzioni finanziarie presenti in tutto il mondo inviano denaro ai pirati attraverso l’«hawal», una procedura contemplata dalla giurisprudenza islamica che permette di trasferire fondi liquidi senza lasciare traccia scritta o elettronica. Il FinCEN tuttavia seguendo il percorso dei riscatti incassati dai pirati ha raccolto preziose informazioni e ha chiesto collaborazione alle autorità degli Emirati Arabi Uniti, ora propense a cooperare a causa del moltiplicarsi dei sequestri. Dall’inizio di quest’anno i nuovi bucanieri hanno incassato riscatti per almeno 30 milioni di dollari.