Corriere della Sera 22/11/2008, 22 novembre 2008
MILANO
«Non ho intenzione di vendere Smith Barney, è un business che adoro». Poche parole, pronunciate dall’amministratore delegato Vikram Pandit, sono bastate ieri per mandare nuovamente a fondo Citigroup a Wall Street, che è arrivato a perdere oltre il 35% del valore che resta dopo giornate di perdite abissali, ed è andato a chiudere a meno 20%, appena più di 3,7 dollari per azione. Il mercato s’attendeva infatti l’annuncio della cessione di alcune attività per poter far fronte alla montagna di perdite accumulate, in particolare con il credito al consumo, e riuscire così a sopravvivere. Invece dalla riunione d’emergenza del board del gruppo bancario non è arrivato finora alcun segnale rassicurante. Il gran consulto è andato avanti per tutta la giornata (era ancora in corsa a notte fonda, ora italiana), per valutare le possibili ipotesi sul tappeto, comprese quelle di una cessione di intere aree d’attività se non dell’intero gruppo bancario. Su questo fronte sembrano schierati alcuni esponenti del board, ma non la maggioranza. Lo stesso Pandit ha ribadito anche ieri che Citi può contare su solide risorse finanziarie e su una strategia adeguata ad affrontare la crisi, tantopiù che l’esposizione sul fronte dei titoli a rischio a inferiore a quella di altri gruppi bancari Usa. «I crolli in Borsa - ha spiegato il direttore finanziario Gary Crittenden - hanno poco a che vedere con la reale situazione del gruppo».
Vikram Pandit