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 2008  novembre 22 Sabato calendario

GERUSALEMME

Un coltello dell’Ottocento con l’impugnatura in agata, una molletta d’argento, una boccetta di vino, il libro, la vestina e la cuffia ricamate... Quando a Copenaghen inaugurarono il Museo degli ebrei, e dentro c’erano pure quelle vetrine con gli antichi oggetti della circoncisione, non mancarono le paginate, le foto, le testimonianze: la Danimarca è un Paese speciale, chi non ricorda il re che rifiutò la stella gialla nazista, la schiena dritta davanti alla fatwa per le vignette su Maometto? Anni fa: «Nel momento in cui le violenze antisemite sembrano crescere in Europa – scrive ora un giornale israeliano ”, a Copenaghen vogliono vietare che i bambini siano circoncisi». Un po’ d’indignazione. E un dubbio su tutti: se davvero passa la legge, che faranno i settemila ebrei dei fiordi? Risposta concisa: «Ce ne andremo».
Niente circoncisione per i minori di 15 anni: la proposta è avanzata dalla commissione per l’infanzia del Volketing, il Parlamento danese, sostenuta dalla maggioranza di centrodestra, fatta propria dal comitato etico del governo. Una legge garantista. Temuta, temutissima, da musulmani ed ebrei. «La circoncisione è un danno irreversibile al corpo del neonato – dice il testo – e chi lo subisce non ha alcuna possibilità d’opporsi» (l’argomentazione non è nuova: anche in Israele, dove il 97% è favorevole alla pratica, c’è un movimento che la rifiuta e si chiede se, anziché imporla all’ottavo giorno di vita, non sia il caso d’aspettare l’età della ragione). A scatenare l’ira, è soprattutto un’altra cosa: permettere la circoncisione sui maschi lede il principio d’eguaglianza, scrivono i legislatori danesi, «perché quella femminile da noi è vietata già da cinque anni». «Paragonare la nostra legge all’infibulazione che si pratica in alcune società – protesta il rabbino Bent Lexner – è un totale nonsenso»: un conto è il taglio del prepuzio, «che secondo la medicina serve anche a prevenire infiammazioni e tumori», altra faccenda è l’escissione del clitoride, «imposta alle donne come atto di sottomissione ». Come sempre, la rivolta corre sui blog. Perché pochi condividono: «Era ora! Un atto barbaro e primitivo che dovrebbe essere vietato» (Ramat); «benedico i miei genitori che mi hanno risparmiato» (Uri). E molti attaccano: « una visione pop della vita, di chi banalizza tutto, Shakespeare e il grande Fratello, Mozart e Britney Spears» (A.A., Gerusalemme); «la prossima cos’è? Vietare le candele sulla torta perché inquinano l’aria?» (Terry, Eilat). Chi fa notare che «il taglio è più traumatico a 15 anni che a otto giorni ». Chi ribatte che «il diritto di scelta viene prima d’ogni legge ». Chi: «Sono di sinistra, ma circoncidersi non è una moda: è la nostra identità». E chi dice di non abboccare, che la Danimarca è il Paese più duro con gl’immigrati: «L’obiettivo non sono gli ebrei. Sono i musulmani. Li vogliono buttare fuori. E se questa non passa, vedrete: troveranno un’altra legge».
Francesco Battistini