Financial Times, 21 Novembre 2008, 21 novembre 2008
Il calo del prezzo del petrolio, ormai sotto i 50 dollari al barile, sta aprendo pesanti fratture all’interno del cartello dell’Opec
Il calo del prezzo del petrolio, ormai sotto i 50 dollari al barile, sta aprendo pesanti fratture all’interno del cartello dell’Opec. La Nigeria si rifiuterà di tagliare un’altra volta la produzione per fermare la discesa, perché un ulteriore taglio non consentirebbe di sostenere le spese statali già preventivate per il 2009. Odein Ajumogobia, ministro dell’Energia nigeriano, ha spiegato che il governo ha preparato il proprio budget per l’anno prossimo basandosi su un prezzo di 45 dollari al barile. La prossima settimana, al vertice straordinario convocato al Cairo, l’Opec rischia così di non riuscire ad approvare un taglio della produzione. Il cartello sta cadendo nel panico per il crollo del prezzo del greggio. Gli Emirati, l’Algeria, il Qatar, il Kuwait e l’Arabia Saudita, secondo il centro di ricerca americano Pfc Energy, sono le uniche nazioni che possono fare quadrare i loro bilanci 2009 col petrolio sotto i 50 dollari. All’Iran, ad esempio, serve un prezzo da 57,3 dollari al Barile, al Venezuela di 91.