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 2008  novembre 21 Venerdì calendario

ROMA - Il pallone, l´ultima volta, l´ha dovuto portare l´Arezzo. Anche se giocava in casa il Pescara

ROMA - Il pallone, l´ultima volta, l´ha dovuto portare l´Arezzo. Anche se giocava in casa il Pescara. E loro, i giocatori del Pescara d´accordo con medici e fisioterapisti, hanno deciso che così era troppo: sciopero, a tempo indeterminato. Non si gioca in più. Anche perché il russo Zetulayev, che è approdato sull´Adriatico dopo una brutta avventura con Moggi finita a processo, l´hanno mandato via l´altro giorno da Villa Immacolata insieme a due colleghi: nessuno pagava più il conto di camera e colazioni. Al campo d´allenamento da giorni non funzionava la caldaia per le docce, e d´altronde il gestore del campo ora ha chiuso a doppia mandata anche il cancello: niente allenamenti. La rosa del Pescara calcio, da Bazzani ai ragazzi da 1.500 euro il mese, oggi si trova in mano assegni che dovevano essere la parte in nero del loro contratto - si usa così nel calcio di C - ma non potranno mai incassare: inesigibili, dicono gli sportellisti delle banche di Pescara. Assegni scoperti. «Non ho mai visto nulla di simile», dice l´avvocato Mattia Grassani che difende i calciatori. L´ultima storia da crac del calcio di Lega Pro - Mario Macalli, il presidente di categoria, l´ha ribattezzata così, serie C lo trovava infamante - questa volta trova i calciatori all´erta. Intorno allo stadio Adriatico sono girate troppe facce e niente contante. L´immobiliarista Gerardo Soglia, dopo un solo anno di proprietà, a ottobre ha venduto alla Cit Travel, ma poi si è presentata a firmare la società anonima svizzera Eurocat. L´ex arbitro Cesari non è arrivato, la presenza del segretario Ercoli rimanda a trame dei Gaucci rientranti, Zibì Boniek si è fatto garante di una cordata polacca e Giuseppe De Cecco, quello della pasta, attende che approdi in casa sua una società spogliata dai debiti grazie al fallimento. Da agosto, e questo è un fatto, gli stipendi non arrivano. E così ora la rosa tutta ha deciso che, dopo quattro allenamenti boicottati, domenica con la Juve Stabia il Pescara non scende in campo. In un comunicato scritto domenica notte i calciatori hanno raccontato: «Trenta famiglie attendono da agosto, e manca un mese a Natale, il pagamento degli emolumenti, gente che non sa come vestire i propri figli o dove trovare i soldi per fare la spesa. Le forze fisiche e nervose si sono esaurite. Siamo sfrattati da casa, senza un ristorante dove mangiare, un pullman per fare le trasferte, senza divise da gioco. Noi chiudiamo qui, la farsa è finita». CORRADO SANNUCCI PER LA REPUBBLICA DI VENERDì 21 NOVEMBRE 2008