La Stampa 21/11/2008, 21 novembre 2008
Oltre che per produrre cibo, le terre africane potrebbero in futuro alimentare fette sempre più consistenti dei consumi di biocarburanti nei Paesi occidentali
Oltre che per produrre cibo, le terre africane potrebbero in futuro alimentare fette sempre più consistenti dei consumi di biocarburanti nei Paesi occidentali. La coltivazioni di canna da zucchero per l’etanolo e piante oleose per il biofuel ha ottime prospettive nel Continente Nero ma suscita anche molte preoccupazioni. Ieri l’Angola ha annunciato che sta studiando l’opportunità di produrre biocarburanti. Il progetto è stato reso noto dalla deputata angolana Emilia Carlota Celestino Dias, durante i lavori della Conferenza internazionale sui biocombustibili che si è tenuta a San Paolo in Brasile. La Dias ha annunciato che verrà creata una Commissione nazionale per l’avvio della produzione della canna da zucchero e del bioetanolo nel paese. Il progetto, ha spiegato la deputata angolana, dovrà essere parte, necessariamente, della strategia di lotta alla povertà e in esso dovrà essere coinvolta la popolazione dei villaggi interessati dalla coltivazione della canna da zucchero. «Il Parlamento angolano - ha detto la Dias - considerando i benefici della produzione di biocombustibile, nel rispetto dei principi di base e degli interessi nazionali, è favorevole nel sostenere tale progetto».