Paolo Condò, La Gazzetta dello Sport 21/11/2008, 21 novembre 2008
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CONDO’ GLASGOW (Scozia) dDiego Maradona è partito l’altra notte dall’aeroporto di Glasgow alle 2 del mattino, con un volo privato costato 18 mila dollari. Arrivato a Madrid attorno alle 5 è andato a riposare in albergo e alle 9, sbarbato e più fresco di quanto si poteva pensare, ha varcato il portone della clinica Monteprincipe, dove la figlia Gianinna è ricoverata da martedì per alcune complicazioni alla gravidanza di sei mesi. Maradona non si è fermato a parlare con i giornalisti: tra cronisti e fotografi, fuori dalla clinica ci saranno state cento persone. L’ha fatto qualche minuto dopo Claudia Villafane, ex moglie di Diego e madre di Gianinna, che ha nuovamente rassicurato tutti: «Mia figlia e il bebè non corrono pericoli, è stata soltanto una piccola perdita, un problema normale alla prima gravidanza. Adesso speriamo di tornare presto a casa».
Il nome Tempo mezz’ora ed è arrivato anche Sergio Aguero, l’attaccante dell’Atletico Madrid che è il padre del bambino, e che martedì aveva precipitosamente lasciato il ritiro dell’Argentina al Radisson di Glasgow per raggiungere la compagna. Nell’occasione il Kun ha ribadito una cosa già detta qualche settimana fa in Argentina, e cioè che il pupo all’anagrafe si chiamerà Lionel Aguero Maradona. Col nome di Messi e quei due cognomi, un destino da grande calciatore sembra segnato, tanto che il presidente dell’Atletico Madrid, Enrique Cerezo, da giorni scherza sventolando un contratto per il «campione più giovane della storia».
Le ultime parole Nel frattempo, chiacchierando con i giornalisti, si è appreso qualche particolare in più sul debutto di Maradona nei panni di commissario tecnico. L’entusiasmo generale è stato ben spiegato da Mascherano: «La prima partita con un nuovo allenatore è sempre speciale, questa lo è stata di più perché Diego è il mito di tutti noi». Gago, migliore in campo: «Quando alzavo la testa verso la tribuna e vedevo lui, mi sembrava di sognare ». Una fonte che preferisce l’anonimato ha descritto invece i momenti che hanno preceduto la partenza per lo stadio. «Diego ci ha abbracciato uno a uno sulla porta dell’albergo, e quando l’ultimo di noi si è seduto sul pullman è salito anche lui. Era teso, un po’ per Gianinna ma un po’ anche per la sua prima partita. Non volava una mosca. Ci ha guardato con espressione seria per un lungo momento, e poi ha detto "dipendesse da me, giocherei questa partita anche a costo di fare il portiere. Se solo sapeste quanto vi invidio, brutti figli di puttana...". E’ stato un momento di comunione perfetta, bellissima. In soli tre giorni ha fatto scattare il clic di un rapporto. Con lui andremo molto lontano».