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 2008  novembre 13 Giovedì calendario

Diario, 31 ottobre-13 novembre 2008. Le caprette ti fanno ciao. Certo, nessun gusto perverso della Schadenfreude (gioia per le altrui disgrazie) mi porterebbe a rallegrarmi per la morte in un incidente stradale del leader del partito razzista austriaco un tempo chiamato Fpo (

Diario, 31 ottobre-13 novembre 2008. Le caprette ti fanno ciao. Certo, nessun gusto perverso della Schadenfreude (gioia per le altrui disgrazie) mi porterebbe a rallegrarmi per la morte in un incidente stradale del leader del partito razzista austriaco un tempo chiamato Fpo (..sulla o), Partito della Libertà - e pensate quanti partiti della o delle libertà ci sono in Europa: la lingua batte dove il dente duole, verrebbe fatto di dire - partito poi rifondato nel 2005 col nome di Bundnis (..sulla u) Zukunft Osterreich (.. sulla o) (Unione per il futuro dell’Austria). E neanche trovo alcunchè da ridere nella prima notizia sconveniente uscita: quella che ad alcuni ha fatto rizzar le orecchie in attesa di una gradita conferma. Haider, poco prima della precoce dipartita, si era intrattenuto con un giovanotto, probabilmente mercenario, in una discoteca gay. Una foto uscita poco dopo sulla stampa austriaca confermava il sospetto - vi si vedeva Haider con cotillon e trombettina in bocca che pareva divertirsi assai. Notizia piacevole alle mie orecchie - cominciavo a sospettare che l’uomo avesse almeno un lato gradevole - ma che ad altri ha provocato i primi sudori freddi. E poi, si sa, la catastrofe è accaduta: quell’intervista, quella sconcia intervista; il braccio destro del leader, e suo vice nel partito, Stefan Petzner, grosso giovanottone con faccia e scriminatura da SS, metteva a nudo il suo cuore in faccia al mondo: Haider era stato l’uomo della sua vita, il Lebensmensch. Mensch in tedesco definisce il genus uomo, non il sesso, ossia il maschio, ed è espressione quasi neutra che però allude al più corrente Lebenspartner, "compagno di vita", comune tra i gay più timorati. E questo termine l’aveva usato più volte per televisione, tra scrosci incontenibili di lacrime. Per la prima volta, sinceramente, ho provato simpatia per quell’uomo che mi era sempre sembrato un solido, stolido razzista. Sotto la scorza dura di Haider si nascondeva Heidi, col suo universo di stelle alpine e caprette e bambini biondi con guancine rubizze vestiti in Dinderl e Lederhosen; questo era il suo lato umano. Da qui sono arrivato a riflettere su quel nesso sottile che lega in mille trame segrete nazismo e omosessualità mal rimossa, mal repressa, mal vissuta. Per esmpio, la Notte dei lunghi coltelli, su cui la stessa propoaganda di regime, per screditare la propria milizia scelta, le SA, e giustificarne il massacro, divulgò le passioni mica tanto segrete del suo leader Ernst Rohm (..sulla o) per giovanottoni robusti e travestimenti da vera signora. O, altro esempio, l’estro fantasioso del Maresciallo dell’aria Hermann Goring (..sulla o) che lo portava ad abbigliare quei duecento chili di corpo suino che lo conteneva a malapena in eterei abiti di chiffon e cantare di fronte a un pubblico scelto le canzoni di Zarah Leander, Kann denn Liebe Sunde (..sulla u) sein, "Può mai l’amore essere un peccato?". Hitler sapeva tutto, e su tutti raccoglieva dettagliati dossier: si fosse presentata la necessità di un ricatto, erano sempre pronti e aggiornati. Niente da ridere, quindi anche dal punto di vista storico, sui malestri gay del nazismo. Eppure, è da un paio di settimane che, al solo sentir nominare Haider, mi scompiscio dal ridere. Non per lui, poveruomo, e lo ripeto. Ma al suo funerale, in prima fila, c’erano altri duecento chili oggi celebri in Italia, l’onorevole Mario Borghezio, quello che disinfetta i sedili su cui si sono poggiati culi non ariani e non pallidi; quello che è profondamente convinto che l’Europa intera sia un enorme covo di pedofili e di "culattoni" - dice proprio così - uniti in complotto contro la purezza della razza padana. Gli è crollato ogni mito, anche l’ultimo vero uomo gli si è infranto di fronte agli occhi. Povero Borghezio! E a noi che altro può sorprenderci, ormai? Scoprire che, segretamente, e per anni, anche nella vita di Borghezio c’era un Lebensmensch, un carabiniere calabrese a nome Gaetano, e veder pubblicato su Chi? il carteggio amoroso tra i due? Confesso che a volte sospetto che un Dio ci sia, e che sia anche piuttosto spiritoso.