Gianmaria Pica, Il Riformista 16/11/2008, 16 novembre 2008
Carte di debito, cioè i normali bancomat (in Italia 42,21 milioni), carte di credito, le altre (34,5 milioni)
Carte di debito, cioè i normali bancomat (in Italia 42,21 milioni), carte di credito, le altre (34,5 milioni). Carte di credito revolving, ovvero carte che ti consentono di pagare a rate quello che compri, però con tassi pesantissimi (il tasso da usura è da noi del 24,4 per cento). In Italia: carte bancomat, 42,21 milioni: carte di credito, 34,5 milioni; carte revolving, 14 milioni. Un mese fa Berlusconi ha detto, parlando della crisi: «Potrebbero esserci dei contraccolpi sulle carte di credito» (intervista a ItaliaOggi). La crisi comincia negli Usa, dove l’esposizione da carta di credito è pari a 2.200 miliardi di dollari, con perdite previste sul 2009 per cento miliardi e svalutazioni da parte delle banche nel solo primo trimestre di 18,6 miliardi (dati Innovest: alla fine del 2009 le svalutazioni previste sono pari a 96 miliardi). In Italia, risultano al momento insolventi sulle carte di credito 400 mila persone, altri 13 milioni e mezzo sarebbero a rischio. Nonostante questo la Commissione europea spinge per ampliare il mercato e ha di recente abbassato a 125 mila euro il limite del capitale che consente l’emissione di carte. Le prepagare in circolazione sono 5,8 milioni, +30 per cento rispetto all’anno scorso. Utilizzo cresciuto del 46 per cento. Operazioni con le carte prepagate nel 2007: 49,6 milioni. «Su 11.6 milioni di carte di credito attive, 230.666 sono insolventi con un tasso di sofferenza del 2%. Quasi il triplo (5,8%) è invece il tasso di sofferenza delle revolving: su 4,6 milioni di carte, 266 mila sono in sofferenza. Se a quest’ultimo numero sommiamo il numero delle carte di credito in sofferenza, sin arriva a una cifra vicina al mezzo milione: 496.712,5 carte scoperte. In Italia il numero delle carte per abitante è di 1,2: quindi se dividiamo il numero delle carte in sofferenza per 1,2 si ottiene il numero degli italiani che sono falliti: 414 mila persone».