Marco Ansaldo, la Stampa 19/11/2008, 19 novembre 2008
MARCO ANSALDO PER LA STAMPA DI MERCOLEDì 19 NOVEMBRE 2008
Aquilani vuole la Juve. Nei giorni scorsi sia Claudio, il padre del giocatore, sia il suo manager Zavaglia hanno contattato Blanc e Secco per riprendere i fili del discorso interrotto prima dell’estate e valutare la disponibilità del club bianconero a ingaggiare il ventiquattrenne centrocampista, sempre più deciso a lasciare la Roma. I rapporti con la società giallorossa sono glaciali. Non viene neppure discusso il rinnovo del contratto che scade nel 2010. Questione di soldi. Le buone intenzioni, ammesso che ci fossero, hanno sbattuto contro il tetto fissato dalla società. Il ragazzo, che quest’anno guadagnerà circa 900 mila euro netti, chiede sui due milioni e Rosella Sensi non vuole neppure sentirne parlare: «Fate come volete, noi investiamo su De Rossi», pare sia stata la risposta quando il clan Aquilani ha provato a riavviare la trattativa.
Ma non c’è soltanto l’aspetto economico a mettere sul mercato uno dei migliori prodotti del vivaio romanista. Innanzitutto il futuro del club giallorosso appare nebuloso, ora che le banche vogliono rientrare dei crediti verso la famiglia Sensi. Inoltre il giovanotto si sente poco considerato da Spalletti con il quale non ha trovato il feeling anche perché l’allenatore ne riconosce le qualità ma, in privato, gli rimprovera di essersi montato la testa. Dopo un avvio promettente (confortato dalle esibizioni nelle giovanili azzurre e dal premio come miglior giocatore agli Europei Under 19), Aquilani è stato messo in disparte, chiuso da Pizarro a centrocampo e da Perrotta come centrale nel tridente dietro alla punta. Gli infortuni hanno fatto il resto: nell’autunno del 2006 si è rotto i legamenti di un ginocchio ed è rimasto fermo sei mesi, l’anno scorso un infortunio muscolare a Manchester lo ha bloccato per altri tre. Insomma il suo è stato un percorso a ostacoli: a 24 anni ha capito che la carriera deve fare un salto di qualità, per non restare un’eterna promessa, e c’è chi dice che gli può riuscire soltanto allontanandosi da Roma. La Juve ha ascoltato e ha preso tempo. Prima dell’estate, Buffon e Del Piero, dal ritiro dell’Italia agli Europei, tempestavano di telefonate la dirigenza per sponsorizzare l’acquisto di Aquilani: «Diventerà uno dei tre migliori centrocampisti in Europa» era il messaggio e il fatto che non sia stato ascoltato ma che sia arrivato Poulsen era stato l’origine di qualche malumore.
La situazione è un po’ cambiata. L’insperata rinascita di Tiago rende meno pressante l’esigenza di un centrocampista capace di dare qualità. Inoltre sono sorti due dubbi: il primo è sulla tenuta atletica di Aquilani, che tende a infortunarsi troppo spesso (anche adesso è fermo per un malanno muscolare procurato nella partita con il Chelsea a Londra); il secondo è sulla sua adattabilità a un centrocampo a quattro, dal momento che rende di più nel ruolo dietro alle punte in cui lo ha impiegato Lippi contro il Montenegro a Lecce, quando il romanista segnò i due gol della vittoria. Insomma non c’è tutta questa fretta, le priorità adesso riguardano gli esterni oppure un fantasista come Diego. Senza contare che su Aquilani ci sarebbe anche l’Inter: e l’offerta di Moratti chiuderebbe ogni discorso