Roberto Perrone Corriere della Sera 19/11/2008, 19 novembre 2008
ROBERTO PERRONE, INVIATO A GLASGOW, PER IL CORRIERE DELLA SERA DI MERCOLEDì 19 NOVEMBRE 2008
GLASGOW – Erano in 61.918 allo stadio quel dì. Il 2 giugno del 1979 ad Hampden Park si presentarono, nell’ordine inverso di importanza, il tutto esaurito, il sole e un ragazzino fenomenale di diciotto anni che segnò il primo (di 34) gol con la maglia della sua nazionale. Peccato che non ne esista un filmato: quel giorno la tv scioperava. Però Diego Armando Maradona ricorda la data, il gol, ma soprattutto la maglia che ama sopra ogni altra e che si sente addosso anche ora che sta in panchina. La maglia dell’Argentina. «Ho speso vent’anni della mia vita per la Seleccion. Io avevo bisogno di lei, lei aveva bisogno di una guida. Di me. Il sogno diventa realtà».
Diego Armando Maradona dribbla il tempo, grazie anche all’operazione che lo ha reso un figurino. lui, i capelli corvini pettinati eternamente all’indietro, lo sguardo intramontabile da scugnizzo, anche con le rughe d’ordinanza. Attorno a lui prove generali di follia collettiva. Fotografi cannibali, radio, tv, scozzesi fedeli alla «Church of Maradona», fondata nel 1986 dopo il gol di mano all’Inghilterra. Espongono foto, bandiere, maglie della salute con la faccia del loro Che calcistico, cantano gospel alla hand of god. Salta fuori perfino una maglia del Napoli sponsorizzato Peroni.
Diego è tornato all’amore della sua vita, l’Argentina che questa sera comincia l’era del Pibe d.t. da Glasgow contro la Scozia (ore 21 diretta Sportitalia). E poco importa se ora siamo quasi d’inverno e lo stadio è mezzo vuoto, media di tutto il mondo a parte. Meno di 30 mila biglietti venduti su 52 mila, colpa della recessione e dell’impegno infrasettimanale.
Ma Diego, in queste ore, è preoccupato di più, come d.t. ma soprattutto come padre, per l’assenza di Sergio «Kun» Agüero che, alla vigilia, è tornato precipitosamente a Madrid dalla compagna Giannina. La figlia del Pibe, al sesto mese di gravidanza, è stata ricoverata in clinica per delle perdite sospette. Secondo l’ex moglie di Maradona, Claudia Villafane, non ci sarebbero però problemi per il bambino, atteso a febbraio.
Un destino beffardo si infiltra nella vigilia di un giorno felice. Secondo alcune fonti (l’amico Alejandro Mancuso) Maradona in serata avrebbe manifestato sconforto e l’intenzione di partire per la Spagna subito dopo la partita. Peccato, perché Diego aveva affermato di essere «orgoglioso di questa squadra che ha giocatori eccezionali. Il mio compito è quello di renderli felici. Come sto io? Mi alzo ogni giorno e mi diverto».
lui, malgrado l’apprensione paterna, il Maradona istrionico che ricordavamo (solo la puntualità è un fatto nuovo: ha spaccato il secondo). Quello patriottico. «Mi sento bene, mi piace questa popolarità, l’accoglienza degli scozzesi è stata fantastica. Sono contento di aver dato loro una soddisfazione con quella famosa vittoria sull’Inghilterra. A me non interessa arrivare tra le prime quattro al Mondiale, voglio solo il numero 1». Quello politico. «Blatter? Niente più polemiche. Ho un ruolo istituzionale». Quello sferzante (col vice allenatore della Scozia, difensore inglese nel 1986). «Butcher non mi darà la mano? Uuuuh... Non muoio, dormo lo stesso, lui faccia la sua vita, io la mia. Facciamola finita. La vittoria è la vittoria. Nel 1966 l’Inghilterra conquistò il Mondiale con un gol fuori di tanto così». E mima di quanto la palla di Hurst non entrò nella porta tedesca.
Applausi. Come se ci fossero 61.918 paganti.