Aldo Grasso, Corriere della Sera 19/11/2008, 19 novembre 2008
Sergio Zavoli è stato tutto quello che si augura di essere un uomo Rai: giornalista di celebri inchieste che hanno fatto la storia della tv, inventore del mitico «Processo alla tappa», direttore del Gr1, condirettore del Tg1, aziendalista rigoroso, presidente di Viale Mazzini
Sergio Zavoli è stato tutto quello che si augura di essere un uomo Rai: giornalista di celebri inchieste che hanno fatto la storia della tv, inventore del mitico «Processo alla tappa», direttore del Gr1, condirettore del Tg1, aziendalista rigoroso, presidente di Viale Mazzini. Dal 1980 al 1986 ha infatti gestito l’azienda in una fase difficile, segnata dalla fine del monopolio e dalla nascita dell’emittenza privata. Dalla seconda metà degli anni ’80 è ritornato in video come conduttore di inchieste come La notte della repubblica (1989) o Nostra padrona televisione (1994). L’uomo giusto al posto giusto, persino troppo, talmente giusto che forse lo si sarebbe potuto scegliere subito, evitandoci il penoso spettacolo cui abbiamo assistito in questi giorni. Attualmente, la commissione di Vigilanza è l’organismo che sancisce e garantisce la spartizione in Rai, l’arbitro di un arbitrio che si chiama lottizzazione. Zavoli è stato un grande giornalista indipendente e ha così rispetto della professione che saprà certamente ridare un senso a questo ingombrante organismo. Ricordando che non sono i partiti a dover controllare la Rai, non sono i partiti a dover invadere gli spazi dei tg, non sono i partiti a dover scegliere i dirigenti di Viale Mazzini, non sono i partiti a decidere quali fiction devono essere prodotte, non sono i partiti a dover piazzare parenti e amici. Che il Servizio pubblico cominci a mettere sotto controllo il buon funzionamento delle istituzioni e non continui a esserne un’anomala appendice. ALDO GRASSO PER IL CORRIERE DELLA SERA DI MERCOLEDì 19 NOVEMBRE 2008