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 2008  novembre 19 Mercoledì calendario

TORINO

La "roba", come l´avrebbe chiamata Giovanni Verga, divide i parenti delle sette vittime della strage alla ThyssenKrupp di Torino. In aula, lunedì, vedove e sorelle si sono abbracciate dopo la lettura del decreto di rinvio a giudizio dei dirigenti e della società. Fuori il clima è diverso, avvelenato. Famiglie contro famiglie e spaccature tra persone dello stesso nucleo familiare. Suocere opposte a nuore, fratelli in lite, piccole grandi tragedie sotto lo stesso tetto, il sindacato sotto pressione. L´oggetto del contendere, e dello sfaldamento del fronte comune fin qui opposto dalle parti lese, è la ripartizione dei fondi raccolti con le campagne di solidarietà promosse dai sindacati dopo la strage. Un milione di euro raccolti ad hoc dalle sigle di categoria. Più 300 mila euro messi insieme da Cgil, Cisl e Uil. Ai sindacalisti sono arrivate pressioni e sollecitazioni, accuse. La possibile via d´uscita è stata trovata pescando dal codice civile, capitolo eredità, i parametri per la ripartizione dei quattrini. «Mi vergogno di questa situazione - dice duro Maurizio Peverati, segretario della Uilm - triste che, dove ci sono stati sette morti, si stia a discutere con accanimento su mille, diecimila, centomila euro». Giorgio Airaudo, segretario Fiom, aggiunge: «Non abbiamo ancora assegnato l´intero importo perché le offerte stanno ancora arrivando». E ciascuna famiglia ha avuto 50mila euro d´acconto.
Quattrini da dividere, un processo pesante da affrontare, un colosso al banco degli imputati. La battaglia, al processo, sarà dura. Soprattutto attorno alla contestazione di omicidio doloso, inedita, definita "storica" dai più, fatta all´amministratore delegato Harald Espenhahn. La ThyssenKrupp è tutt´altro che rassegnata. Erik Walner, portavoce del colosso tedesco, si dice «convinto che l´intera drammatica vicenda troverà una sua giusta conclusione processuale, quale naturale conseguenza della serenità del giudicante; giusta conclusione che, so bene, mai potrà completamente lenire il dolore delle famiglie per la perdita dei propri cari». Silenzio totale, invece, da da parte di Ekkehard Schultz, presidente del gruppo. All´uscita dal vertice Berlusconi-Merkel, a Trieste, ha opposto un secco "no comment" alle domande dei cronisti. Emma Marcegaglia, numero uno di Confindustria, a margine di un convegno milanese si Assinform, ha detto: «Siamo all´inizio del processo, auspico che emergano le vere situazioni. la prima volta che viene presa una decisione di questo tipo». E ancora, sulla sicurezza: «Occorre fare di più perché è un tema troppo importante. Bisogna agire soprattutto su formazione e informazione». A Torino, intanto, la procura continua a investigare su altre questioni centrali: la qualità dei controlli all´acciaieria, le mancanze, i rapporti non sempre ortodossi tra ispettori e ispezionati. Dall´inchiesta madre sulla strage sono scaturiti altri filoni, basati sulle testimonianze raccolte in prima battuta tra i lavoratori e su comunicazioni interne dell´azienda, anche via e-mail.
LORENZA PLEUTERI E VERA SCHIAVAZZI PER LA REPUBBLICA DI MERCOLEDì 19 NOVEMBRE 2008