ANDREA ROSSI, La Stampa 19/11/2008, 19 novembre 2008
TENDENZE
I laureati? Vanno a zappare
Davide Silvestri l’infermiere che si dedicherà alle api
Boom degli «under 40» che vogliono cambiare vita e si danno all’agricoltura
ANDREA ROSSI
Perché un commercialista con uno studio ben avviato, o un esperto d’informatica, dovrebbe mollare tutto per mettersi a fare l’agricoltore? Difficile dirlo, ma è quel che sta succedendo in mezza Italia. La terra sta tornando di moda. Sarà colpa della crisi, che ha fatto riscoprire il gusto dell’economia reale, ma i bandi regionali per ottenere i finanziamenti destinati ai giovani che vogliono aprire un’attività agricola sono stati presi d’assalto. Il caso più eclatante, forse, è il Piemonte: 1700 richieste, alla scadenza dei termini saranno duemila. I 30 milioni di euro stanziati potrebbero non bastare.
«C’è fermento - conferma il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia -. Ricevo decine di mail, ragazzi che mi chiedono come iniziare un’attività agricola. Questa è una rivoluzione: il mondo crolla sotto il macigno dell’economia virtuale e i giovani tornano a quella reale». Gli agricoltori non si fanno troppe illusioni. In fondo questa è una toppa in un settore che perde il 5 per cento della sua forza lavoro ogni anno, dove il 55 per cento degli addetti ha più di 60 anni e spesso (60-70 per cento dei casi) non ha figli o nipoti che ne raccoglieranno l’eredità. Il fenomeno, però, resta, e somiglia tanto a un’inversione di tendenza. «Voglio andare a vivere in campagna», l’inno alla crisi esistenziale cantato da Toto Cutugno, oggi sembra più vero che mai. La terra fa tendenza, anche se qui non ci sono romantici, ma giovani quasi sempre laureati, con progetti in cui si parla di business plan, tecnologie e macchinari sofisticati. Altro che sognatori: chi prende i finanziamenti e poi fallisce dovrà restituire i soldi.
Il commercialista: «Basta bilanci, pianterò ulivi»
Ha un papà con uno studio ben avviato. Di fronte a sé avrebbe un futuro certo, un’attività solida, poco a che spartire con i patemi di tanti suoi coetanei. Invece Marco Giachino, 32 anni, «quasi commercialista» torinese, ha deciso di mollare tutto. Ha impiegato mesi per trovare il terreno giusto. «Pianterò mille ulivi, sarò un produttore di olio extravergine. Ci credo: all’inizio mi dividerò tra lo studio di mio padre e le coltivazioni, ma se tutto fila liscio mi tolgo la cravatta, infilo gli scarponi e mi trasferisco in collina insieme con la mia compagna». Il perché è presto detto: « una scelta rischiosa, ma voglio un’altra vita, lontana dall’ufficio, dalla città, dal cellulare che squilla in continuazione e dall’appartamento di 36 metri quadrati in cui sono costretto a vivere».
L’infermiere: «Lascio la clinica, ho scelto le api»
Per vent’anni ha fatto l’infermiere. «Avevo 16 anni. Avevo appena finito il biennio di Agraria, alle superiori, quando decisi di iscrivermi alla scuola per infermieri». Ha lavorato in ospedali, cliniche, case di cura e hospice. Adesso, a 38 anni, Davide Silvestro vuole mettersi a piantare alberi. «Avevo bisogno di cambiare, dopo aver lavorato per così tanto tempo nello stesso settore». Il suo sogno si chiama piante officinali. «Il levistico, ad esempio, che viene distillato e serve a produrre aromatizzanti per l’industria alimentare; oppure il sedano di monte». Si è già messo al lavoro: sta cercando una rete di aziende interessate a cavallo tra Piemonte, Liguria e Costa Azzurra. E sta lavorando anche al suo secondo progetto: «Voglio fare l’apicoltore».
La studentessa: «Preferisco allevare cavalli»
Carlotta Cometto, professione amazzone - e soprattutto studentessa universitaria a Veterinaria - ha una passione sfrenata per i cavalli, tanto che pensa di dedicarci la vita. «Ho 25 anni: da quando sono piccola vado a cavallo, da qualche anno partecipo alle gare nazionali e internazionali di equitazione. Ne ho appena fatto uno e sono arrivata terza su 60 partenti, e prima tra gli italiani». Dall’equitazione all’allevamento il passo è breve, e così Carlotta si è messa in corsa per ottenere il finanziamento: «Voglio far nascere i futuri campioni nel salto a ostacoli. Parto con una decina di cavalli, però mi serve una struttura adeguata che possa ripararli d’inverno e quando piove».
L’informatico: «Depuro l’acqua, piantando canne»
La laurea: Informatica. La professione: imprenditore, titolare di una società di consulenza informatica. Il futuro? Fitodepurazione, tutta un’altra storia. A 36 anni Alberto Defilippi sceglierà una sorta di palude e pianterà una selva di arbusti trasformandola in un canneto. La sua famiglia lo seguirà. Perché? «In Francia è un sistema molto utilizzato: dove non esistono le fognature viene usato questo sistema, un depuratore delle acque reflue». Insomma, l’idea è innovativa: far passare l’acqua - dopo un trattamento - in questo substrato di terreno per purificarla. Procedimento complicato, infatti Alberto Defilippi ha studiato: «Mi sono dovuto informare. Sono stato in Veneto, ho seguito corsi specifici».