Guido Ruotolo, La Stampa 19/11/2008, 19 novembre 2008
Falso in bilancio, corruzione semplice, lesioni colpose, abuso d’atti d’ufficio, furto semplice, appropriazione indebita, malversazione, truffa semplice e poi una sfilza interminabile di reati ambientali, come gli abusi edilizi, o i reati che puniscono i responsabili degli incidenti sul lavoro
Falso in bilancio, corruzione semplice, lesioni colpose, abuso d’atti d’ufficio, furto semplice, appropriazione indebita, malversazione, truffa semplice e poi una sfilza interminabile di reati ambientali, come gli abusi edilizi, o i reati che puniscono i responsabili degli incidenti sul lavoro. Pure chi si è macchiato di un reato come lo stalking (insistite e ansiogene pressioni verso un partner o un coniuge che ha troncato la relazione), che il Parlamento deve ancora approvare, potrà evitare la reclusione, se dovesse passare il disegno di legge del ministro di Giustizia, Angelino Alfano. Se un imputato incensurato, infatti, chiede (e gli viene concessa) la «messa alla prova», un lavoro socialmente utile, prima che inizi il dibattimento, per evitare una condanna che non superi i quattro anni di reclusione - è questo il tetto fissato da Alfano - il carcere diventa un pericolo scampato, il reato viene estinto. Della squadra dei parlamentari inquisiti, una buona parte, se fosse già in vigore la legge, avrebbe potuto chiedere i benefici previsti. Sempre se quella era la prima volta di una possibile condanna. Per esempio, se Domenico Nania, An, non fosse stato condannato in gioventù per 7 mesi (lesioni personali), poteva evitare il processo per gli abusi edilizi (poi prescritti). Potevano chiedere di usufruire della «messa in prova» anche Massimo Maria Berruti, Forza Italia, condannato a 8 mesi per favoreggiamento, Enzo Carra (Pd) condannato a 1 anno e 4 mesi per false dichiarazioni al pm. Sul falso in bilancio e corruzione, come si sa, si è retta gran parte di Mani pulite. E una sfilza interminabile di imprenditori e politici sono stati processati per questi reati. Ma anche dopo Tangentopoli, molte inchieste sulla pubblica amministrazione hanno accertato che il bubbone della corruzione è tutt’altro che scomparso. Nei fatti, l’iniziativa del Guardasigilli punta a decongestionare l’affollamento delle carceri, intervenendo sui benefici processuali possibili. Insomma incidendo sulla pena e mettendo a dura prova le pene alternative alla carcerazione. Gli esperti prevedono che nei fatti si ridurranno al lumicino le richieste di patteggiamento. Ma chi beneficerà concretamente della legge Alfano? Gli incensurati, che non necessariamente commettono per la prima volta un reato ma che per la prima volta sono stati beccati. Che prendono di mira i vecchi, per esempio, i pensionati, autori di quelle truffe che a leggerle sui giornali fanno sorridere: improbabili assicuratori che bussano alle porte dei malcapitati, che si fanno consegnare i risparmi o le pensioni. E che poi, per un colpo di fortuna, vengono bloccati soltanto una volta. I costruttori abusivi pizzicati al termine di una lunga carriera di devastazione dell’ambiente finiranno magari a rimboscare i boschi o le pinete arse dagli incendi dolosi. E i funzionari della pubblica amministrazione, i politici, sindaci o assessori che incappano in quel reato che si chiama abuso d’ufficio, se sono incensurati, potranno anche loro evitare il processo.