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 2008  novembre 19 Mercoledì calendario

Ha indagato sui muscoli di Del Piero e sulle tinture dei parrucchieri, sull’asma da farina dei panettieri e su quella da segatura dei falegnami, sulla Fiat e sulla centrifuga Moulinex, sulla cura Di Bella e sui videogiochi diseducativi – «ce n’è uno, Carmageddon, dove il pilota deve investire più pedoni possibili, ogni morto cento punti: ma si può?!» ”, sul rogo del cinema Statuto e sul Palio di Siena

Ha indagato sui muscoli di Del Piero e sulle tinture dei parrucchieri, sull’asma da farina dei panettieri e su quella da segatura dei falegnami, sulla Fiat e sulla centrifuga Moulinex, sulla cura Di Bella e sui videogiochi diseducativi – «ce n’è uno, Carmageddon, dove il pilota deve investire più pedoni possibili, ogni morto cento punti: ma si può?!» ”, sul rogo del cinema Statuto e sul Palio di Siena. A coronamento di una carriera irripetibile, Raffaele Guariniello aprì un’inchiesta sulla sicurezza negli uffici della pretura: i suoi.Pertanto, è arrivato a indagare anche su se stesso. Non va in vacanza da vent’anni. Se va a Roma è per studiare le sentenze della Cassazione. Non beve, non fuma, non prende caffè – «una volta mi piaceva, poi ho scoperto che è indiziato per i tumori alla vescica» ”; la sua passione è girare in bicicletta per le piazze metafisiche di Torino prima dell’alba o a ferragosto. Se deve comprare un mobile si informa sulla tossicità dei materiali. Non dorme mai più di quattro ore. Mette in guardia dal Viagra – «in soggetti predisposti i possibili esiti letali sembrano esserci davvero» ”, dal cerotto dell’amore e pure dal preservativo: «Contiene lattice di gomma, e chi usa per lavoro i guanti in lattice è soggetto a gravi malattie professionali, dall’asma alle dermatiti...». Si è imbattuto in gastroenteriti, ipoacusie, asbestosi; malattie da benzene, amianto, carniccio – «Cos’è? un miscuglio di proteine d’origine bovina, lo usano per le caramelle: fa malissimo» ”, nandrolone. La notte legge Lancet e altre riviste scientifiche, per informarsi sui nuovi pericoli che incombono sull’umanità. Ma trae ispirazione per le indagini anche dalla letteratura: lo colpì un passo di Kafka sulle donne che si ammalavano lavando gli abiti dei mariti. Non succederà mica anche da noi? «Feci una verifica, e scoprii che la moglie di un operaio che lavorava con l’amianto aveva contratto un cancro lavandogli la tuta». Guariniello è figlio di un sarto salernitano e della scuola giuridica torinese. Da qui la sua linea «interventista ». Il pensiero che la magistratura sia chiamata talora a un ruolo sociale, come quando un’inchiesta – sua, ovviamente – indusse l’Alitalia a far spegnere i telefonini in volo; l’idea che la sentenza possa integrare il diritto e farlo evolvere (o degenerare, secondo i critici). Da qui il caso Thyssen, in cui Guariniello ha ottenuto per la prima volta il rinvio a giudizio di un dirigente per omicidio volontario con dolo eventuale. Come modelli di etica, Galante Garrone e gli altri azionisti torinesi – a Goffredo Buccini del Corriere, che gli chiedeva perché interrogasse mezza serie A da Ronaldo a Zidane, rispose che non aveva soggezione dei calciatori: «Le sembra giusto che guadagnino più di Bobbio? » ”. Come maestro di diritto, Giovanni Conso, di cui è stato assistente all’università. Come compagno all’esordio in magistratura, Gian Carlo Caselli. Era il 1967, entrambi erano uditori giudiziari all’ufficio istruzione del tribunale di Torino. «Lì il mandato d’arresto era pane quotidiano – ha raccontato Guariniello a Stefano Lorenzetto del Giornale ”. Due anni dopo ci proposero di rimanere. Caselli accettò. Io no. A me piace perseguire i reati, non gli imputati». Il che non rappresenta una polemica con il collega, ma la rivendicazione che fa di «Lello», come lo chiamano, un personaggio inafferrabile, e non solo per le sue rapide strette di mano da igienista. Di solito, la sinistra lo loda, la destra lo prende un po’ in giro. «Si alza alle 4 del mattino per seguire le rassegne stampa e informarsi sulle ultime sciagure, che saranno oggetto delle sue puntigliosissime analisi» ha scritto Il Giornale. E l’Unità: «Lui ci prova. Con coraggio, con tenacia. Modi gentili, un sorriso che definiresti timido; ma è risaputo che la timidezza non esclude la caparbietà. Anzi». Guariniello però non si è mai schierato: «Sono venuti tutti, ma proprio tutti, a offrirmi la candidatura. No, grazie. L’unica legge cui penso è proprio impedire ai magistrati la carriera politica. Non temporaneamente; a vita». Nei suoi interventi su Micromega ha rimproverato a governi ulivisti e berlusconiani la propensione «al condono, alla sanatoria, alla proroga, alla deroga». Però gli preme ricordare di non aver mai arrestato nessuno, almeno sino al maggio 2008, scandalo dei farmaci- truffa. La sua sorte era nel nome del paese in provincia di Alessandria dov’è nato: Frugarolo. Sessantasette anni, finì sui giornali per la prima volta nel ’71, quando scoprì le «schedature» Fiat. Poi si concentrò sulla Juventus: indagò pure su un volo Napoli-Torino fatto decollare in anticipo, prima che la specchiata gestione Moggi gli fornisse ampio materiale. Ovviamente, Guariniello è juventino, e pure ex calciatore. «Avevo piedi buoni ma ero troppo gracile. Forse avrei dovuto prendere qualche pillola».