Enrico Marro, Corriere della Sera 19/11/2008, 19 novembre 2008
La crisi non passerà presto. Secondo l’Ufficio studi della Confcommercio, la spesa delle famiglie sul territorio si ridurrà quest’anno dello 0,7% in termini reali, di 0,5% nel 2009 e dello 0,6% nel 2010
La crisi non passerà presto. Secondo l’Ufficio studi della Confcommercio, la spesa delle famiglie sul territorio si ridurrà quest’anno dello 0,7% in termini reali, di 0,5% nel 2009 e dello 0,6% nel 2010. «Non ci saranno crolli – dicono gli esperti dell’associazione guidata da Carlo Sangalli – ma patiremo una crisi più lunga» rispetto agli altri Paesi, perché essa viene da lontano e ha cause strutturali. Per questo, concludono, «anche quando gli altri ricominceranno a crescere, noi continueremo a barcamenarci con le variazioni decimali di Pil e consumi, come accade da 20 anni a questa parte». Del resto, se prendiamo il periodo 2000-2007, mentre i consumi sono aumentati in media del 3,7% l’anno in Spagna e del 2,5% in Francia, sono cresciuti solo dell’1,1% in Italia. Il calo dei consumi, che finora ha colpito in particolare gli alimentari (-1,2% nel 2008) a causa anche di un’impennata dei prezzi, dovrebbe ora interessare altri settori, conclude l’ufficio studi: «Abbigliamento e calzature, alberghi, bar, ristoranti e spese per il tempo libero. Per questi è possibile che il peggio debba ancora venire ». La crisi sta costringendo molti negozi alla chiusura. C’è un dato che parla da solo, sottolinea la Confcomm ercio. Nel periodo 1999-2007 il saldo tra imprese nate e morte nel settore del commercio è stato pari a -80.036. Nei primi soli nove mesi del 2008 il saldo è stato di -30.672. Limitandosi agli esercizi al dettaglio, mentre dal ’99 al 2007 il saldo è stato negativo per 37.857 unità, nel periodo gennaio-settembre 2008, la differenza ha già superato -17.700. Male anche il comparto alberghi e ristoranti, con un saldo 2008 di -4.474. «Noi – dice Sangalli – fin dallo scorso marzo, al Forum di Cernobbio, abbiamo lanciato l’allarme. E già allora proponemmo di detassare le tredicesime». Ma il governo, a partire dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non ne vuol sapere, perché costerebbe troppo. Il presidente della Confcommercio insiste: «Vedo che all’estero si orientano su misure del genere. La nostra proposta è stata inoltre via via rilanciata anche da altri, compresi i sindacati, e adesso vedo che anche la Confindustria chiede interventi a sostegno della domanda. Mi fa piacere e spero che il governo voglia accoglierla. Servirebbe a ricreare quel clima di fiducia di cui abbiamo bisogno ». Quanto ai costi, il presidente ammette che la tredicesima esentasse per tutti farebbe entrare 8 miliardi di euro in meno nelle casse dell’erario, «ma genererebbe maggiori consumi per 5-6 miliardi», aggiunge. Sangalli, che in queste settimane ha girato molto tra le associazioni territoriali, raccoglie e rilancia anche la richiesta di un alleggerimento delle imposte che viene dalla base. Nel mirino gli studi di settore, quel meccanismo concordato tra governo e associazioni di categoria per pagare le tasse in base a indici presuntivi di reddito. «Ora – dice il presidente della Confcommercio – gli studi di settore vanno corretti, in modo che tengano conto dell’impatto della crisi sui ricavi delle imprese e si riduca la loro valenza probatoria ». Insomma, una sorta di sospensione di fatto. In Veneto, sottolinea Sangalli, «ho visto una forte tensione, stanno raccogliendo le firme contro gli studi di settore. Per questo chiedo di insediare, con la partecipazione delle categorie, un vero e proprio comitato di crisi per monitorare e adeguare gli studi ». Ci sarà udienza per la piattaforma dei commercianti? Per ora Sangalli non nasconde una certa delusione per essere rimasto anche lui escluso dalla cena di Palazzo Grazioli, la scorsa settimana. Non ne fa un dramma, perché «uno può andare a cena con chi vuole», a patto però, precisa, «che poi il conto non venga presentato a chi non ha partecipato». I lavoratori autonomi sono un bacino di voti importante per l’attuale maggioranza. Sangalli è amico del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E non solo perché vanno insieme allo stadio a tifare Milan. Ci sarà quindi udienza per i commercianti, Sangalli ne è certo. «Noi non siamo strutturalmente pessimisti – dice, alludendo al proverbiale ottimismo del premier – ma ci vorrà pure un segnale...». Alberghi e ristoranti Colpiti dalla congiuntura negativa: nel 2008 gli esercizi cancellati sono 4.474 Enrico Marro