VArie, 18 novembre 2008
Virgina Selmi di anni 83. Milanese, vedova, costretta a letto da sei anni per via di un ictus che l’aveva paralizzata, era la madre del sessantenne Marco, pure lui con difficoltà motorie per problemi alle gambe, e di Mariangela Ginetti, 57 anni, nubile, che per accudire entrambi aveva lasciato il lavoro da operaia in una ditta di abbigliamento
Virgina Selmi di anni 83. Milanese, vedova, costretta a letto da sei anni per via di un ictus che l’aveva paralizzata, era la madre del sessantenne Marco, pure lui con difficoltà motorie per problemi alle gambe, e di Mariangela Ginetti, 57 anni, nubile, che per accudire entrambi aveva lasciato il lavoro da operaia in una ditta di abbigliamento. L’altra sera la Ginetti aspettò che la mamma e il fratello dormissero, poi prese un sacchetto di plastica, lo infilò nella testa della donna e glielo strinse al collo finché non smise di respirare. Subito dopo svegliò il fratello, cercò di convincerlo a suicidarsi con lei, quello però non ne voleva sapere e allora andò da sola nella sua vecchia casa al terzo piano di uno stabile in via Oberdan, posizionò uno sgabello davanti alla finestra aperta, ci salì sopra, ma non trovò il coraggio di lanciarsi nel vuoto. Così tornò nell’appartamento della madre e telefonò ai carabinieri: «Ho ucciso mia mamma, l’ho soffocata con un sacchetto. Non ce la facevo più». Verso le 22.30 di lunedì 17 novembre in un appartamento in via Monsignor Paleari a Pogliano Milanese.