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 2008  novembre 18 Martedì calendario

Voglio raccontarti una favola iraniana. Parla di un piccolo uomo che si chiama George W. Bush. C’era una volta George che prese un Paese ricco e lo sprofondò nel debito

Voglio raccontarti una favola iraniana. Parla di un piccolo uomo che si chiama George W. Bush. C’era una volta George che prese un Paese ricco e lo sprofondò nel debito. Non riusciva neanche a dire la parola «terrorista», li chiamava «tu-risti» e quando Georgie non è riuscito a trovare armi di distruzione di massa si è infilato sotto le coperte vestito come un cow-boy. E si è messo a piangere? No! Si è alzato, si è messo un vestito e ha fronteggiato il mondo come se sapesse esattamente cosa stava facendo (Nasim, Whoopi). *** New York è l’immagine del sesso: c’è chi lo fa, chi cerca di farlo, chi non riesce a farlo. Per forza la città non dorme mai, è troppo impegnata a cercare di farsi scopare (Carrie Bradshaw, Sex and the City). *** Sono di New York: geneticamente programmato per detestare tutto, tranne Manhattan (Derek Shepherd, Grey’s Anatomy). *** Non ci sono trentenni disponibili sulla piazza di New York. Giuliani li ha fatti sloggiare insieme ai barboni (Miranda Hobbes, Sex and the City). *** Per questo amo l’America: qualunque cosa è possibile (Gabrielle Solis, Desperate Housewives).