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 2008  novembre 17 Lunedì calendario

La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha messo gli occhi sulla preziosa rete telefonica di Telecom Italia

La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha messo gli occhi sulla preziosa rete telefonica di Telecom Italia. Secondo quanto risulta a La Stampa, la Cdp sarebbe interessata a rilevare una parte del network telefonico del gruppo guidato dall’amministratore delegato, Franco Bernabè. Secondo gli analisti la rete, compresi i 100 milioni di chilometri di cavi, la rete fissa e mobile, la fibra ottica, le dorsali e l’ultimo miglio, vale tra i 29 e i 34 miliardi. Cifre da capogiro che aiuterebbero Telecom a ridurre l’attuale indebitamento (circa 35,7 miliardi). Anche qualora la Cassa, guidata dai nuovi vertici (l’ad Massimo Varazzani e il presidente Franco Bassanini) decidesse di prendere solo una parte di questi asset. E alla vendita della rete in casa Telecom ci stanno pensando seriamente. Nel week end appena trascorso, Bernabè avrebbe incontrato i suoi top manager per definire il piano industriale nei suoi ultimi dettagli e fare anche valutazioni sulla rete. Il piano, che con ogni probabilità verrà ufficializzato martedì 2 dicembre e presentato alla comunità finanziaria il giorno successivo, dovrebbe lasciare aperta la porta a eventuali dismissioni, tra cui una porzione della rete. L’eventuale vendita del network verrà, comunque decisa dai vertici Telecom dopo la fine di novembre. Entro quella data, infatti, è attesa la decisione dell’Agcom sulla proposta di impegni di Bernabè di creare Open Access, una divisione del gruppo che garantisce la parità di trattamento interno ed esterno di tutti i clienti di Telecom, compresi gli operatori alternativi, che accedono alla rete. Se come è probabile l’Autorità, presieduta da Corrado Calabrò, darà l’ok, nascerà Open Access. Nella nuova divisione potrebbero confluire asset delle rete telefonica e la Cdp potrebbe a quel punto rilevare una partecipazione di Open Access. Ma mentre la Cassa sembra manifestare un forte interesse, la cessione di una parte della rete suscita ancora qualche dubbio sia da parte dei vertici che dei soci di Telecom. L’azionista spagnolo, Telefonica, non sembra del tutto d’accordo. E lo stesso Bernabè preferirebbe farne a meno. Tanto più che per Telecom si scorgono segnali di ripresa: nell’ultimo trimestre il margine operativo lordo (3.087 milioni) è in recupero rispetto ai tre mesi precedenti e il mercato brasiliano è ripartito (3.973 milioni di ricavi dalla telefonia mobile in Brasile). Tuttavia Bernabè sa bene che la crisi è ancora lunga e soprattutto che deve fare i conti con un business, quello della telefonia, che per crescere ha bisogno di forti investimenti che a fatica riuscirà a permettersi continuando a mantenere un debito-zavorra di 35,7 miliardi. Se decidesse di vendere parte di Open Access, Bernabè dovrebbe comunque chiedere l’ok alle banche creditrici, visto che la rete è proprio la principale garanzia del debito Telecom. E qualche problemino per comprare parte del network telefonico ce l’avrebbe anche la Cdp. vero che è seduta su una massa enorme di risparmi postali: 180 miliardi, di cui però 90 miliardi sono già impegnati in prestiti a Comuni ed enti locali. E comunque questi soldi non sono tecnicamente disponibili. O perlomeno i fondi potrebbero essere utilizzati solo se compensati collocando un importo corrispondente per esempio nei titoli di Stato, come i Bot che peraltro attualmente sono richiestissimi dai risparmiatori. LUCA FORNOVO PER LA STAMPA DI LUNEDì 17 NOVEMBRE 2008