Varie, 18 novembre 2008
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Schranz Karl
• St. Anton am Arlberg (Austria) 18 novembre 1938. Ex sciatore. «[…] La popolarità di Schranz nel paese delle aquile è pari a quella di Gianni Rivera in Italia. Perché lui è lo sci, ancora più di Toni Sailer, il primo atleta capace di vincere ai Giochi di Cortina ”56 tre ori olimpici. stato il primo austriaco a vincere la coppa del Mondo (’69 e del ”70) con 12 gare dominate, 2 titoli mondiali e 3 altre medaglie iridate. Il suo grande rammarico è rimasto l’oro olimpico, quell’oro che ha inseguito a lungo mentre era il più forte sciatore al mondo ma che una serie di vicende gli ha sempre negato. Quell’argento conquistato nel 1964 in gigante ai Giochi di Innsbruck è rimasta l’unica medaglia del suo palmares. Nel 1968 ai Giochi di Grenoble, in Francia, doveva vincere l’oro dello slalom. Venne ostacolato in pista, la giuria gli concesse di ripetere la prova, ma, dopo oltre un ora di discussione, decise di squalificarlo assegnando la terza medaglia d’oro a Jean Claude Killy. Ma peggio doveva andare quattro anni dopo ai Giochi di Sapporo, in Giappone: era il favorito della discesa, ma ancora prima della gara l’allora presidente del Cio Avery Brundage decise di squalificarlo con l’accusa di professionismo perché un anno prima, nel corso di una partita di calcio benefica, indossò una maglia con il logo di un’azienda di caffè. Quando tornò in Austria venne accolto a Vienna da centomila persone che decretarono il suo trionfo. Lo stato gli concesse una riduzione delle tasse, norma ancora in vigore e per la quale tutti i campioni dello sci austriaci gli sono ancora grati. Venne parzialmente ricompensato nell’88 da Samaranch che gli consegnò una medaglia olimpica onoraria. Era ben altro il professionismo di Schranz, quello nato dall’accordo con Franz Kneissl che lo assunse nella sua azienda di sci permettendogli di allenarsi come voleva, Il primo esempio al mondo di connubbio fra un campione ed un’azienda, Chiusa l’attività agonistica Schranz acquistò un hotel a St. Anton dove ancora vive con la moglie Evelyn e le figlie Anna, Christiane e Kathi» (Christian Reichel, ”La Gazzetta dello Sport” 18/11/2008).