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 2008  novembre 18 Martedì calendario

Wall Street sta attraversando una vera e propria rivoluzione culturale. Oggi è il turno delle retribuzioni

Wall Street sta attraversando una vera e propria rivoluzione culturale. Oggi è il turno delle retribuzioni. I sette top manager di Goldman Sachs hanno deciso di rinunciare ai propri bonus per il 2008 e di accontentarsi dello stipendio base di 600 mila dollari. L’anno scorso, i quattro più alti dirigenti - incluso l’ad Lloyd Blankfein - avevano intascato in tutto 271 milioni. I 10 top manager di Deutsche Bank e i 12 membri del cda di Ubs avevano già detto addio ai bonus di quest’anno. Un ex Ceo di Ubs ha persino rinunciato a 12 milioni di franchi svizzeri (10,1 milioni di dollari) a cui aveva legalmente diritto. I boss di Goldman hanno agito nel modo giusto, anche se all’unico scopo di placare le masse inferocite contro gli eccessi dei banchieri. Le proteste sono in aumento. I legislatori di New York e del Congresso hanno richiesto informazioni dettagliate sulle retribuzioni - con tanto di nomi - non solo per l’anno in corso ma anche per quelli passati. I pezzi grossi di Wall Street che ancora non hanno capitolato, nonostante il capitale azionario che hanno distrutto, dovrebbero trovare nel clamore della folla e nel gesto di Blankfein la forza di rinunciare ai propri bonus. Non sarebbe poi una decisione così sofferta. I vertici di Goldman e i loro omologhi hanno i portafogli gonfi dei bonus degli anni scorsi. Avranno calcolato che, mostrandosi pentiti oggi, potrebbero avere maggiori probabilità di mantenere i bonus futuri e non solo per se stessi. Goldman ha tuttora 11,4 miliardi accantonati per i versamenti di quest’anno, il 32% in meno rispetto a un anno fa, nonostante un calo del 67% delle azioni. Ma un struttura di bonus incondizionati come l’attuale è anacronistica e in questo caso l’Europa sembra più avanti. In Gran Bretagna, sono allo studio metodi per allineare meglio le retribuzioni con rischi e risultati. Inoltre, Ubs ha appena annunciato che due terzi dei bonus annuali saranno accantonati come riserva e saranno revocabili in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi futuri. Azioni di questo tipo sono più vicine alla rivoluzione culturale di cui ha urgente bisogno il sistema di retribuzione dei banchieri. / Per approfondimenti: http://www.breakingviews.com/ Con il contributo delA volte George Soros sembra troppo irruente, ma questa volta il miliardario pioniere degli hedge fund potrebbe aver ragione nel prevedere un calo del settore del 75%. Secondo Hedge Fund Research, gli asset gestiti a livello globale dagli hedge fund totalizzavano, a metà di quest’anno, un valore massimo di quasi 2 mila miliardi di dollari. Grazie alle performance scadenti e ai riscatti, a settembre si era scesi a poco più di 1700 miliardi. probabile che in questo trimestre ci sia ancora un peggioramento. A ottobre gli hedge fund hanno perso in media oltre il 5% dei propri investimenti. Ma è ancora più significativo che i loro investitori riscatteranno il 25% del proprio denaro entro fine anno. Ipotizzando un andamento costante delle performance medie, in seguito a questi riscatti i capitali gestiti potrebbero scendere a fine anno a 1.200 miliardi. Un calo del 40% rispetto ai massimi e le pressioni su fondi pensione, fondi di dotazione e altri investitori causeranno ulteriori riscatti l’anno prossimo. I grandi fondi dovrebbero sopravvivere, i fondi più piccoli chiuderanno o saranno assorbiti da concorrenti più grandi. Lo scorso trimestre, il numero dei fondi calcolato da Hfr è diminuito rispetto al record di 7.650. Ma non tutto il male vien per nuocere. Dopo anni di denaro facile, i gestori hanno compreso i pericoli dell’indebitamento e appreso alcune lezioni importanti su come investire in tempi difficili. I gestori hanno inoltre compreso che le esigenze di liquidità dei clienti possono colpire anche i fondi con buone performance, perciò in futuro cercheranno di vincolare gli investitori per periodi più lunghi. Molti hanno cercato di farlo retroattivamente, spesso in risposta al mancato pagamento delle commissioni. Anche un forte restringimento del settore potrebbe generare un effetto positivo, ad esempio facendo nascere opportunità di arbitrato e di investimento di nicchia più serie. Un’evoluzione in questo senso potrebbe pertanto consentire ai gestori degli hedge fund di recuperare le perdite e ricostruirsi una reputazione. / (Traduzioni a cura del Gruppo Logos) Clicca sull immagine per ingrandirla Clicca sull immagine per ingrandirla Stampa Articolo