Antonella Amapane, La Stampa 18/11/2008, 18 novembre 2008
Un brivido blu percorre il guardaroba invernale. E’ il nuovo nero, solo meno lugubre e pessimista
Un brivido blu percorre il guardaroba invernale. E’ il nuovo nero, solo meno lugubre e pessimista. Blu cielo, blu notte, blu di Prussia, blu navy, cobalto, azzurro, turchese... Le vie cilestrine sono infinite e lastricate di mille sfumature, mentre il black è sempre e soltanto black. Il colore del mare e degli abissi è il più chic e ladylike della stagione. Perfetto di giorno sui tailleur e sui cappotti come di sera sugli abiti lunghi o da cocktail. Ricercatissimo quando si osa abbinarlo al nero (donne raffinate come Inès de la Fressange e Gwyneth Paltrow sono maestre in questo accostamento) con sghiribizzo snob, calibrando al millimetro la sfumatura giusta che non deve essere troppo intensa. La tinta marziale ricompare nel guardaroba proposto da Armani, Lanvin, Burberry, Pringle, Versace, Ferretti e molti altri con tessuti corposi e croccanti, in una girandola di capi pudichi da nouvelle «rappelle à l’ordre», scandita da tagli netti, semplici e donanti. «E’ il colore della memoria, un misto di naturalezza e di eleganza sofisticata che rifugge le facili esibizioni», sostiene Alberta Ferretti. «I feel blue» dicono gli inglesi quando sono depressi. Sintesi perfetta che fotografa la realtà attuale. Il blu infatti è un colore enigmatico, elusivo, che riassume un’incognita - quindi perfettamente in linea con questi tempi - ma allo stesso tempo promette il riscatto. «La moda è una cartina tornasole capace di assorbire più velocemente di altri settori i cambiamenti in divenire. Se il nero regge nel comparto del lusso e addirittura approda nella cosmetica, il blu monta e lo sostituisce presso una gran fetta di consumatori perché fa meno paura. Entrambe le tinte hanno la caratteristica di fare da sfondo, di esaltare le altre tonalità, solo che il blu è più avvicinabile. E’ la tinta della speranza. Non a caso scelta da Obama per la sua campagna elettorale. Rappresenta un’apertura al rinnovamento», spiega la ricercatrice Valentina Ventrelli, responsabile moda del Future Concept Lab di Francesco Morace, istituto milanese che da 20 anni capta e decodifica le tendenze a 360 gradi. Morale, il nero non scompare, né passa di moda, ma il blu in questi mesi lo sorpassa alla grande. «Una tinta - scrive Michel Pastoreau in ”Bleu, histoire d’un couleur” - è un fatto sociale. E’ infatti la società a dargli una definizione precisa». La storia del blu è intricata e fascinosa, ma anche piuttosto recente. «Pur esistendo in natura da sempre, viene riprodotto dall’uomo solo nel Trecento. Impersona i buoni: il principe azzurro, la fata Turchina, gli arcangeli celesti». Quindi un colore serio, da virtuosi, in super voga durante la Riforma. Ed eccolo comparire sulle vesti della Madonna nelle chiese, sugli stemmi nobiliari, nelle bandiere dove diventa sinonimo di libertà. E pazienza se nel ”700 con «l’amour bleu» si bollavano le relazioni omosessuali. D’altronde il filosofo francese Lyotard lo definiva un colore erotico che favoriva le erezioni (un preveggente, si direbbe, pensando al blu del Viagra). Anche la morte, però, è blu. Come gli abiti luttuosi degli antichi romani. E «enfant bleu» si chiamavano i neonati asfittici destinati a non sopravvivere. Sorvoliamo poi il fatto che i veleni medioevali e le pozioni delle streghe erano blu. Nonostante tutto il blu rimane sobrio e dignitoso. Entra a pieni voti nella gamma delle sfumature del romanticismo tedesco (si pensi alla redingote del giovane Werther), vessillo del sogno nostalgico. Citato da Baudelaire nelle sue poesie. Dipinto da Picasso nel suo periodo blu, come da Cézanne, Kandinsky e Chagall. Oggi - secondo i sondaggi - è la tinta preferita da oltre metà degli europei. Il blu quindi torna a essere il simbolo delle ore migliori. Si chiama l’Heure Bleu una delle più famose fragranze creata da Guerlain nel 1912. Riassumeva nelle note di rosa Bulgara, eliotropio e muschio, l’ora sospesa in cui il sole tramonta e non è ancora notte (all’epoca il nome dei profumi evocavano momenti lieti). Come dire? Uno scampolo di calma discreta. Lo annusavano le signore bon ton spruzzato sui fazzoletti prima della guerra per ritrovare tracce di serenità perduta. Sulle passerelle il blu, come nella storia, va e viene, s’inabissa e riemerge. E ogni volta riscopre le sue armi seduttive con forti richiami. Basta un tocco blu, un’ombra, per essere terribilmente in sintonia con i tempi. Stampa Articolo