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 2008  novembre 18 Martedì calendario

ANDREA GRECO

MILANO - Crisi endemica per l´auto. Renault taglia del 25% la produzione del trimestre in corso, Mercedes di 150mila unità quella 2009. Opel è vicina alle garanzie pubbliche tedesche, le serve almeno un miliardo. Toyota rischia da Fitch un taglio al rating tripla A dopo 10 anni, causa «crisi senza precedenti del settore». Fiat si limita a scapicollare in Borsa (?6,2%), come tutte le rivali, e soffre le ricadute finanziarie della crisi: siccome paga i fornitori a 150 giorni e incassa a 60 giorni dai concessionari, vendere meno auto le costa un tot di cassa: tra luglio e settembre, 2,8 miliardi in meno.
L´Occidente si è venduto troppe auto. In Italia il livello considerato fisiologico è di 1,8 milioni di pezzi l´anno, ma il 2008 finirà sopra 2 milioni, malgrado un calo del 15%. E nel primo semestre, con la recessione globale alle porte, i produttori hanno fatto correre gli impianti e riempito i piazzali. Oggi, è tutto il contrario: si produce meno del fabbisogno, e si chiudono più impianti possibili per ridurre le scorte e limitare la distruzione di cassa, un serio problema per le contabilità automobilistiche.
Il marchio più famoso di Francia, come ha detto il suo dg a Le Parisien, ridurrà di un quarto la produzione a dicembre, per «limitare i nostri stock che rappresentano fondi immobilizzati, e quelli dei nostri concessionari, finanziariamente indeboliti. La protezione della rete vendita per noi è fondamentale». Renault ha chiuso a tempo cinque siti in Francia e nel resto d´Europa. Il manager francese è pessimista, e nei mesi futuri prevede «un deciso calo del mercato auto nel 2009 in Europa, pari al 20%, e una frenata nei paesi emergenti».
In Germania non va meglio. Daimler prevede di produrre 150mila Mercedes in meno l´anno prossimo (circa il 10% del totale). Lo ha scritto Automobilwoche, rivista che cita documenti del gruppo secondo cui sarà chiuso a singhiozzo l´impianto di Sindelfingen. Daimler prepara, in aggiunta, un nuovo piano prenatalizio per ridurre i costi, forse anche una riduzione dell´orario per i dipendenti. Sempre prima delle feste il governo del Reichstag deciderà se concedere o meno garanzie statali alla Opel, controllata di Gm che risente dell´agonia del gruppo. La cancelliera Angela Merkel non ha ancora deciso se un intervento pubblico sia necessario su Opel, che secondo un portavoce «non ha problemi di liquidità a breve. Nel vertice con Merkel non si è parlato di sussidi, ma di uno scudo di sicurezza». General Motors, che sta chiedendo aiuti statali negli Stati Uniti, ha intanto avviato procedure di riduzione del personale e della produzione nelle sue attività in Spagna. Sono in ballo 600 posti. Una frazione minima dei dipendenti ? si parla di 2,5 milioni ? che perderebbero il lavoro solo negli Usa in caso di fallimento di Gm. Ieri su You Tube è comparsa una poco auspice simulazione.
La crisi dei produttori di auto si riflette sull´indotto. E il glorioso marchio Pirelli ha avviato la procedura di mobilità per 200 dipendenti, 140 sugli pneumatici della Tyre, 60 sull´immobiliare Real Estate.