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 2008  novembre 18 Martedì calendario

TREVISO

La Cgil della Marca chiede di sospendere i flussi d´immigrati. «Basta nuovi ingressi di stranieri, finché non saranno ricollocati quelli lasciati a casa in questi mesi dalle aziende». Esattamente quello che dice il ministro dell´Interno Roberto Maroni. La richiesta di Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso, accende un caso. Spiazza i sindacati e i partiti, prende in contropiede gli industriali e guadagna ovviamente gli applausi della Lega, che nella Marca governa quasi ovunque.
L´idea della Cgil di Treviso sarà formalizzata giovedì al "tavolo" sui problemi del lavoro convocato dalla Provincia. «Noi non chiederemo - precisa Barbiero - di bloccare totalmente i flussi d´ingresso. Partendo però dalla considerazione che nella nostra provincia sono ormai migliaia gli immigrati rimasti senza lavoro e molti di loro ora rischiano di venire espulsi o di rimanere sul territorio in condizione di clandestini, abbiamo chiesto alle autorità d´intervenire sul governo per sospendere i nuovi arrivi, finché non saranno riassorbiti i disoccupati stranieri. Oltre, ovviamente a quelli italiani».
La "molla" dell´iniziativa di Barbiero, insomma, è la paura delle ricadute sociali della recessione alle porte. Ma c´è anche, nella stessa Cgil veneta, un altro modo di guardare alla questione-immigrati. Il segretario regionale Emilio Viafora ha inviato al Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, una lettera ispirata dalla preoccupazione che le spinte xenofobe limitino i diritti degli stranieri. Viafora chiede al presule di «farsi promotore di una carta di principi, per sconfiggere fondamentalismi di ogni genere ed affermare la cultura della tolleranza». la proposta di un´alleanza sindacato-Chiesa con l´obiettivo di «sconfiggere quell´immagine intollerante che il Veneto proietta di sé». Viafora non ritiene tuttavia in contraddizione la sua lettera con la richiesta di Barbiero. Anzi, la appoggia.
In provincia di Treviso vive una percentuale di stranieri doppia rispetto alla media nazionale. Nella Marca abitano oltre centomila immigrati, di cui 85 mila regolari. In occasione del "clic day" del dicembre 2007 furono presentate 13mila domande d´ingresso, rispetto ad una quota fissata di appena 3mila: di questi via libera teorici, finora a causa della lentezza delle procedure amministrative ne sono stati concessi solo mille. questo il quadro che ha convinto la Cgil trevigiana a lanciare la sua idea: «Stop a nuovi ingressi. Prima regolarizziamo quei 13mila che vivono da clandestini nella nostra provincia. Poi fermiamoci. Se la Lega è d´accordo con me - dice Barbiero - ben venga, significa che si sono convertiti alla linea della Cgil».
Il segretario della Cgil di Treviso si riferisce alla richiesta di maxi sanatoria, ma la proposta di chiudere le frontiere di qui in avanti trova appoggi imbarazzanti. Il primo a dare ragione al segretario Cgil è il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, anch´egli trevigiano: «Ha ragione Barbiero. Finchè non riusciremo a trovare un´alternativa di lavoro ai disoccupati italiani e stranieri, blocchiamo i nuovi ingressi». Applausi anche dal sindaco leghista di Treviso Gian Paolo Gobbo: «La posizione di Barbiero è giusta. Non possiamo essere noi a farci carico di un problema internazionale». Sia Gobbo sia il vice e "maestro" Giancarlo Gentilini sono comunque d´accordo con il blocco di due anni degli ingressi proposto dal ministro Maroni.
La mossa di Barbiero non è però piaciuta a Cisl e Uil. Che non ne contestano la sostanza, ma che non sia stata concordata. Infine, Unindustria: «Sì, la domanda di manodopera straniera è calata, ma il problema non è il blocco dei flussi, bensì la riforma del meccanismo degli ingressi, troppo macchinoso».