Guido Santevecchi, Corriere della Sera 18/11/2008, 18 novembre 2008
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA – Un giorno di luglio del 1932 a Londra: il Lord Chief Justice apre un dibattimento per diffamazione e fa chiudere le porte dell’aula.
Dev’essere mantenuto il riserbo su un caso che sta creando imbarazzi indicibili a Buckingham Palace. Da settimane girano voci secondo cui Lady Edwina, moglie di Lord Louis Mountbatten, cugino del re, nipote della regina Vittoria, futuro Primo Lord del Mare e ultimo viceré dell’India, «ha frequentato un uomo di colore, è stata sorpresa in flagrante e spedita all’estero per farsi dimenticare ». Ora, che quello dei Mountbatten fosse un «matrimonio aperto», fa parte della storia: è accertata anche una relazione di Edwina con il padre dell’India Jawaharlal Nehru (ma questo, nel 1948 a Delhi, fu un affaire
anche politico). La vicenda del 1932, raccontata senza identificare i protagonisti dal giornale
The People, sarebbe stata invece solo carnale. Giorgio V, non potendo sopportare i pettegolezzi, avrebbe ordinato alla coppia di tornare a Londra (erano a Malta) e difendere il buon nome della Royal Family.
In tribunale venne fatto il nome dell’ipotetico «amante nero »: l’attore americano Paul Robeson. Lady Edwina giurò di non averlo mai conosciuto. Lord Louis testimoniò che la moglie non era stata spedita a Malta per nascondere la vergogna ma per seguire lui nel suo incarico di ufficiale di Marina. Fu accertato che Robeson era assolutamente estraneo. La corte condannò il giornale; Giorgio V mostrò subito solidarietà invitando i cugini riabilitati a palazzo; seguì una festa data dal principe di Galles.
E pochi giorni dopo Lady Mountbatten potè incontrare il vero amante: il cantante e pianista Leslie «Hutch» Hutchinson, originario di Grenada, una delle isole caraibiche dell’impero che gli inglesi si ostinano a chiamare le West Indies. Hutch era di colore. E, secondo una ricostruzione per un documentario di Channel 4, aveva enorme charme e altre doti più nascoste ma molto, molto chiacchierate.
Negli anni Trenta Leslie Hutchinson si fece strada nel mondo dell’intrattenimento elegante, conteso dai locali frequentati dall’alta società, dal Café de Paris a Quaglino’s. I contratti erano così buoni che in poco tempo il ragazzo dei Caraibi potè permettersi una Rolls Royce. Così popolare che Evelyn Waugh lo usò come modello per il suo personaggio di arrampicatore sociale in Declino e Caduta.
Poi sarebbe entrata in scena Edwina. Secondo la ricostruzione «a una festa la nobildonna interruppe Hutch che suonava il piano, lo sfiorò con le labbra sul collo prima di scomparire con lui in camera da pranzo... dalle porte chiuse giunse un grido e pochi minuti dopo Lady Mountbatten tornò tra gli ospiti aggiustandosi il vestito». La biografa ufficiale di Edwina, la dottoressa Janet Morgan, sostiene che sono «solo sciocchezze ». Ma il documentario
High Society’s Favourite Gigolo
riporta uno sfogo di Lord Mountbatten al direttore d’orchestra di Quaglino’s: «Una sera mi disse: "Sono qui ubriaco, mentre quell’Hutch si ripassa mia moglie"».
Dicono che Leslie Hutchinson abbia avuto tra le sue amanti l’attrice Merle Oberon, abbia avuto una relazione gay con il compositore Cole Porter; abbia rallegrato una duchessa di Kent e abbia consolato intimamente la principessa Margaret. Poi cadde in disgrazia, morì povero. E successe qualcosa di strano: l’agenzia di pompe funebri quel giorno del 1969 ricevette una chiamata a nome di Lord Mountbatten che offriva di pagare il funerale e la lapide al cimitero.
Guido Santevecchi