Financial Times, 17 novembre 2008, 17 novembre 2008
A Vijay Mallya aprire una compagnia aerea in India, tre anni fa, sembrava una scommessa vinta in partenza
A Vijay Mallya aprire una compagnia aerea in India, tre anni fa, sembrava una scommessa vinta in partenza. A capo del gruppo Ub, che domina il mercato indiano dell’alcol con una quota del 55%, Mallya ha utilizzato il nome della sua birra, Kingfisher, anche per il proprio vettore. Sembrava un’operazione destinata al successo: gli indiani sono 1 miliardo e fanno 16 milioni di voli domestici all’anno. ”I fondamentali per l’aviazione in India sono fantastici”, diceva Mallya. Ma adesso un netto calo dei passeggeri, un deciso aumento dei costi operativi e la stretta del credito sta mettendo in ginocchio tutto il settore dell’aeronautica indiana. I principali vettori privati del Paese – Jet, SpiceJet e Indygo – e la statale Air India stanno lottando per sopravvivere. Tutti assieme quest’anno segneranno perdite per 2 miliardi di dollari: l’aumento del prezzo del jetfuel li ha costretti ad alzare il costo dei biglietti, con la conseguenza che il numero di passeggeri è crollato. Il governo ha dato ai due maggiori vettori privati, Kingfishher e Jet, sei mesi di tempo per pagare i loro debiti con i fornitori di carburante e con gli aeroporti. Mallya proverà a salvarsi, per ora insiste con il governo perché venga eliminato il divieto per le compagnie straniere di entrare nel capitale dei vettori indiani.