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 2008  novembre 17 Lunedì calendario

Pillole per il mal di testa, aspirine, blandi sedativi e, adesso, gli antibiotici. L’abuso di medicine ha raggiunto livelli altissimi: in Italia un milione e mezzo di persone prende ogni giorno un antibiotico, ma solo una su due sa realmente che cosa sia e cosa curi, e quattro su dieci li assumono senza prescrizione medica

Pillole per il mal di testa, aspirine, blandi sedativi e, adesso, gli antibiotici. L’abuso di medicine ha raggiunto livelli altissimi: in Italia un milione e mezzo di persone prende ogni giorno un antibiotico, ma solo una su due sa realmente che cosa sia e cosa curi, e quattro su dieci li assumono senza prescrizione medica. Il super consumo ha due cause, dicono i medici: il timore delle malattie e il desiderio di guarire sempre più in fretta, perché non abbiamo più il tempo di lasciare che la malattia segua il normale decorso. E le conseguenze sono devastanti: stanno nascendo ceppi di batteri così forti da rendere inefficaci gli stessi farmaci e molte infezioni non si possono più curare. L’allarmante quadro è tracciato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che ha pubblicato una relazione sull’uso dei farmaci contro microbi e batteri per una campagna d’informazione. Ma l’antibioticoresistenza ha proporzioni così ampie da aver richiesto l’intervento delle più importanti istituzioni internazionali tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Il risultato è stato quello di indire per domani la giornata europea per l’uso corretto degli antibiotici. Spiega Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa: «Il consumo eccessivo di antibiotici ci sta riportando all’impossibilità di curare alcune malattie come prima che questi farmaci venissero scoperti e un numero crescente di batteri è diventato resistente alle terapie per la cura di ceppi. Ad esempio il micobatterio della tubercolosi, che è in grado di sopravvivere a tutti gli oltre cento antibiotici disponibili». La situazione, che non va sottovalutata nemmeno per il Consiglio superiore di sanità, è paradossale. Gli errori che commettiamo sono proprio quelli che i medici considerano più gravi. Se gli specialisti, infatti, sottolineano l’importanza di rispettare le prescrizioni e le modalità di assunzione indicate, cioè non interrompere né cambiare la cura autonomamente e non prendere mai antibiotici per curare il raffreddore o l’influenza, in cima alla lista di un sondaggio condotto dall’Aifa sui comportamenti più frequenti scopriamo che il 29% del campione consultato prende antibiotici per curare l’influenza, il 14% per guarire dai raffreddori e il 40% non ha portato a termine la cura. «Lanciamo l’allarme da anni - dice Walter Marrocco, medico di base e membro della commissione tecnico scientifica dell’Aifa - e ci rivolgiamo a tutti. Ai genitori che pensano che imbottire i figli di antibiotici sia garanzia di buona salute, ai figli che fanno lo stesso con genitori anziani e a coloro che buttano giù compresse come fossero caramelle». Regola principale e tassativa per l’uso di antibiotici è quella della prescrizione: «E’ fondamentale che sia stato il medico a consigliarli per controllare possibili rischi di allergie». Pruriti, orticarie fino a gli edemi sono le reazioni avverse più diffuse, ma per fortuna non frequenti. Gli antibiotico sono banditi per coloro che soffrono di disturbi renali, epatici e per chi sta assumendo farmaci di altro genere. «Le vie di eliminazione degli antibiotici - spiega ancora Marrocco - sono fegato e reni. Se le funzionalità di questi organi sono già deboli meglio evitare o comunque rivolgersi al proprio medico». Negli ultimi sette anni sono state segnalate 6411 sospette reazioni avverse agli antibiotici. Nel 55% dei casi riguardavano gli adulti, nel 32% gli anziani, nel 9% bambini e nel 4% adolescenti tra i 12 e i 17 anni. L’Italia è al quarto posto in Europa per consumo di antibiotici dopo Francia, Grecia e Cipro. Un abuso in costante aumento: se dal 2000 al 2007 i consumi sono cresciuti in media del 18%, per alcuni prodotti le prescrizioni sono aumentate del 400%. Sotto particolare osservazione dell’Aifa sono proprio le ricette dei medici, che spesso accusano i pazienti di «costringerli» a prescrivere farmaci: «Fra le cause più frequenti - dice Rasi - le infezioni delle vie respiratorie (60%), del sistema urinario (9%), dell’orecchio (6%), del cavo orale (6%). Il maggior numero di prescrizioni riguardano bronchite, faringite, tonsillite e influenza nonostante nella maggior parte di queste malattie, a prevalente causa virale, l’uso degli antibiotici non sia raccomandato».La Procura della Repubblica di Brindisi ha avviato un’indagine per accertare le cause della morte di una donna di 77 anni, Santa De Laurentis Specchia, preside in pensione di una scuola media di Ostuni (Brindisi), deceduta per una sospetta embolia insorta dopo un intervento chirurgico al femore. La morte risale al 14 novembre. La vittima - riporta l’edizione di Brindisi del «Nuovo quotidiano di Puglia» - era stata operata nell’ospedale di Ostuni il 12 novembre e, due giorni dopo, era stata trasferita nel nosocomio di Francavilla Fontana (Taranto) per ulteriori accertamenti. Proprio nell’ospedale del tarantino la donna è morta la sera stessa del ricovero. Il pm ha disposto l’autopsia dopo aver ricevuto la denuncia dei familiari della vittima.