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 2008  novembre 16 Domenica calendario

Il cuore artificiale più piccolo del mondo - Grande come una pila mini-stilo, è il cuore artificiale più piccolo del mondo

Il cuore artificiale più piccolo del mondo - Grande come una pila mini-stilo, è il cuore artificiale più piccolo del mondo. Infinitamente più piccolo dei primi Novacor anni Ottanta, decisamente più piccolo (e meno pesante) anche dei più recenti VentrAssist o HeartMate II. «E’ l’ ultima conquista nella ricerca di soluzioni tecnologiche per la cura delle persone con scompenso cardiaco» dice Ettore Vitali, presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch). A tutt’ oggi la micropompa, tecnicamente definita dispositivo di assistenza ventricolare o Vad (diversa da un «vero» cuore artificiale che sostituisce completamente l’ organo) è stata sperimentata su 14 pazienti all’ Università di Lovanio, di Hannover e di Munster e i risultati dello studio, appena presentati al XXIV Congresso della Sicch a Roma, hanno dimostrato che l’ impiego del dispositivo ha portato a un recupero immediato della funzione cardiaca. Impiantata sotto la pelle, con un mini-intervento come per i pacemaker, la nuova pompa, chiamata Synergy, ha il vantaggio di poter essere utilizzata anche in persone giovani e non soltanto nei pazienti terminali come si fa con i sistemi ora in commercio. «Non solo - aggiunge Vitali - . Si può anche ipotizzare che dispositivi così miniaturizzati possano trovare un impiego più ampio rispetto a quello attuale (in Italia si impiantano una trentina di Vad all’ anno) e non solo come ponte al trapianto. Oggi del resto non si ragiona più in termini di «ponte» o di «permanente», ma ci si comporta come con la dialisi. Si impianta il dispositivo e si vede come vanno le cose: se il paziente verrà trapiantato bene; altrimenti, continua a vivere con la sua pompa cardiaca». Ci sono pazienti che sopravvivono anni: Peter Houghton ce l’ ha fatta per quasi sette anni, dal giugno del 2000 al gennaio 2008, con un dispositivo Jarvik 2000. Anche sul fronte «cuore artificiale totale» c’ è una novità, appena proposta dal celebre cardiochirurgo francese Alain Carpentier: una protesi costruita con biomateriali, compatibili con i tessuti umani, che pesa 900 grammi, il doppio di un cuore umano, e per ora è stata provata con successo su vitelli e montoni. Ma la novità più importante è che questo cuore è dotato di sensori che regolano automaticamente il battito cardiaco a seconda delle attività della persona. La proposta di Carpentier testimonia una ripresa delle ricerche sul cuore artificiale sostitutivo (anche cinesi, giapponesi e coreani ci stanno lavorando) dopo una fase di stallo dovuta ai problemi legati all’ impianto di dispositivi come il Jarvik 7 (sospeso dall’ ente federale di controllo statunitense nel 1990 per le complicanze infettive e la formazione di coaguli di sangue) e del più recente Abiocor, impiantato su 12 persone e poi ritirato nel 2001. «Carpentier è geniale - commenta Vitali. - Io credo però che il cuore artificiale non abbia molto senso perché ha poche indicazioni ed è molto invasivo». Le sperimentazioni sull’ uomo sono previste nel giro di due anni e mezzo. Adriana Bazzi