Roberto De Ponti, Corriere della Sera 16/11/2008, 16 novembre 2008
I pochi tifosi che il 15 novembre 1958 affollavano (si fa per dire) le tribune di Stair Park, il campo da gioco dello Stranraer, se ne andarono soddisfatti quando il fischio finale del signor Bowman di Clydebank decretò la vittoria per 2 gol a 1 della loro squadra sul Queen’s Park, ma di sicuro non si resero conto che il centravanti avversario, al debutto nel calcio professionistico, sarebbe diventato una leggenda del football britannico e mondiale
I pochi tifosi che il 15 novembre 1958 affollavano (si fa per dire) le tribune di Stair Park, il campo da gioco dello Stranraer, se ne andarono soddisfatti quando il fischio finale del signor Bowman di Clydebank decretò la vittoria per 2 gol a 1 della loro squadra sul Queen’s Park, ma di sicuro non si resero conto che il centravanti avversario, al debutto nel calcio professionistico, sarebbe diventato una leggenda del football britannico e mondiale. Aveva 17 anni ancora da compiere, Alexander Chapman Ferguson, e grinta da vendere: dopo essere stato malmenato da tale McKnight («un bastardo che prima mi stese e poi mi diede un morso»), il ragazzino segnò la rete della bandiera «dopo una bella corsa e una conclusione potente», come recitano le scarne cronache dell’epoca. Il pomeriggio di Ferguson, ancora lontano dal diventare sir Alex, si concluse con l’uscita dalla porta secondaria di Stair Park, l’attraversamento dei binari della ferrovia e una corsa, non meno rapida di quella del gol, per salire giusto in tempo sul treno per Glasgow. Cinquant’anni e molti titoli dopo, sir Alex Ferguson si è goduto ieri la facile vittoria del suo United, campione d’Europa e d’Inghilterra in carica, sullo Stoke City: 5-0 con i gol di Cristiano Ronaldo (due, e ora è a quota 100 con la maglia dei Red Devils), Carrick, Berbatov e Welbeck, gente che non ha mai dovuto correre dietro a un treno al termine di una partita. Quando si dice una vita per il calcio, Ferguson è il paradigma perfetto. Da giocatore, una carriera da attaccante, chiusa a 33 anni dopo aver vestito la maglia della nazionale scozzese. Poi, senza soluzione di continuità, il passaggio sulla panchina: partendo dal basso, l’East Stirlingshire, passando da St. Mirren e Aberdeen (che ha guidato dal ’78 all’86, gestendo contemporaneamente la nazionale scozzese ai Mondiali del 1986). E poi, naturalmente, il Manchester United. Avesse allenato nell’impaziente Italia, Ferguson avrebbe chiuso la sua avventura prima ancora di cominciare. A Old Trafford avevano ancora negli occhi le imprese dei Busby Babes, e i dirigenti videro in quel tecnico brillante e ambizioso, scozzese proprio come Matt Busby, l’uomo giusto per rilanciare le azioni dello United. Ferguson arrivò nell’estate dell’86 a sostituire Ron Atkinson e nessuno si scandalizzò se per i primi tre anni i Red Devils non vinsero nulla. Il progetto, disse, era a lungo termine: e il trionfo nella Coppa d’Inghilterra 1990 (1-0 a Wembley sul Crystal Palace) per il cinquantenne Alex, figlio di un manovale protestante in un cantiere navale e di una casalinga rigidamente cattolica, fu solo il primo di una serie impressionante di successi che lo portarono sul tetto del mondo. Le cifre, per rendere l’idea: in 22 anni di Manchester ha conquistato 10 campionati, 2 Champions League, 2 Supercoppe, 1 Coppa Intercontinentale, 5 Coppe d’Inghilterra, 2 Coppe di Lega e 8 Community Shield, cui si aggiungono i 3 campionati scozzesi, le 4 Coppe di Scozia e la Coppa di Lega scozzese vinte sulla panchina dell’Aberdeen. Con il suo «asciugacapelli», l’hairdryer che è il suo marchio di fabbrica e che è l’urlata naso contro naso al giocatore che non ha eseguito a dovere i suoi ordini, sir Alex (ah già: è stato nominato Comandante dell’ordine dell’Impero britannico da sua maestà Elisabetta II il 20 luglio 1999) ha cresciuto una generazione di campioni che sono entrati nella storia del calcio inglese e non solo, i Beckham, gli Scholes, i Giggs, i Neville. Oggi, come d’abitudine, sir Alex passerà la giornata libera con la moglie Catherine, nella tranquilla casa nella periferia residenziale di Manchester, ma da domani si ricomincia: c’è da dare la caccia a Liverpool e Chelsea, che cosa sono 50 anni di fronte alla prossima partita? Veterano Alex Ferguson è nato il 31/12/1941 a Govan, vicino a Glasgow. Guida il Man-U dal 1986 (Ap) Roberto De Ponti