Giovanni Pons, la Repubblica 17/11/2008, 17 novembre 2008
MILANO
Forse è la volta buona. Dopo tanti annunci e dichiarazioni, a volte anche contrastanti, in questa settimana il governo dovrebbe varare un terzo decreto legge nel quale saranno compresi nuovi provvedimenti di finanziamento delle banche. L´obbiettivo, più volte indicato dal ministro dell´Economia Giulio Tremonti, non sarà quello di salvare le banche (per i casi di fallimento provvede già il precedente decreto) ma di permettere agli istituti di stabilizzare la propria raccolta di capitali e quindi di continuare a prestare regolarmente il denaro alle imprese e alle famiglie. Attività, quest´ultima, che recentemente era in qualche modo stata messa in discussione dalla necessità per le banche di tenersi in casa la liquidità a causa dell´elevato costo del mercato interbancario e della difficoltà nel raccogliere denaro dai clienti e dai risparmiatori spaventati dalla grave situazione di incertezza sui mercati.
Le ultime indicazioni provenienti dai tecnici di Tremonti, inoltre, sono tali da aver dissipato alcune precedenti diffidenze tra i banchieri. Si parla infatti di prestiti obbligazionari perpetui, subordinati nella distribuzione dei dividendi, convertibili in azioni ordinarie solo a richiesta delle banche. E senza alcun effetto sulla governance. In questi termini l´intervento del governo sarebbe di puro supporto e assolutamente non invasivo ed è per questo motivo che i principali istituti bancari del paese stanno seriamente pensando di cogliere questa opportunità. Intesa Sanpaolo dovrebbe essere l´istituto che emetterà il bond di maggiore entità, tra 3,5 e 4 miliardi di euro, manovra che andrà ad aggiungersi a quelle già annunciate da Corrado Passera nei giorni scorsi. La non distribuzione del dividendo permetterà infatti a Intesa di portare il proprio rapporto Core Tier 1 (che misura il livello di patrimonializzazione) dal 5,7% al 6,2%. Livello che potrebbe crescere ulteriormente fino a raggiungere il 7,5-8% con l´applicazione completa dei parametri di Basilea 2 e con la realizzazione del piano di dismissioni già annunciato da Passera nei mesi scorsi. Lo stesso discorso vale per Unicredit con la differenza che la banca guidata da Alessandro Profumo ha già approvato la distribuzione del dividendo in azioni e un aumento di capitale da 3 miliardi. Due misure che hanno portato il Core Tier 1 al 6,7%, livello giudicato sufficiente dal management ma che potrebbe salire ulteriormente grazie all´emissione di un bond da 3 miliardi sottoscritto dal Tesoro. Ma sarà soprattutto il Monte dei Paschi ad avvantaggiarsi dell´iniziativa di Tremonti in quanto con l´acquisizione di Antonveneta il Core Tier 1 senese si è fermato al 5,5%, un livello considerato troppo basso dai mercati di questi tempi. Ubi Banca e Mediobanca, invece, assai ben patrimonializzate, potrebbero comunque attingere al Tremonti-bond per mantenere quella "distanza di sicurezza" rispetto agli altri istituti di credito che fin qui ha permesso loro di restare ai margini della bufera.
L´unico elemento ancora non chiaro, infine, riguarda la volontà del ministro di legare in qualche modo l´emissione dei bond a misure di garanzia sotto il profilo dell´erogazione dei crediti. Poiché si tratta dell´aspetto più importante per un´economia che si avvia ad attraversare un periodo di recessione, c´è da aspettarsi un sussulto di creatività sotto questo aspetto.