Varie, 15 novembre 2008
MALDIVE
Il presidente della Repubblica delle Maldive, Mohamed Nasheed, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian ha dichiarato di voler comprare al proprio popolo una nuova terra su cui trasferirsi, probabilmente in India o nello Sri Lanka. Secondo le stime dell’Onu, infatti, da qui alla fine del secolo il riscaldamento globale farà innalzare il livello del mare di quasi 60 centimetri: quanto basta per sommergere gran parte delle isole che compongono le Maldive (la cui massima altezza sul livello del mare misura poco meno di due metri e mezzo). (Marco Masciaga, Il Sole-24 Ore 11/11/2008)
Il rapporto sul clima presentato dall’Onu l’anno scorso a Bruxelles dice che grazie allo scioglimento dei ghiacci polari, decine tra le più grandi città del mondo rischiano di essere sommerse. Tra le vittime potrebbe esserci Venezia, ma anche le molto più popolose New York e Shangai. (Fabio Morabito, Messaggero 11/11/2008)
L’idea di Nasheed è quella di un fondo sovrano, realizzato dirottando una parte del miliardo di dollari di introiti dal turismo (quasi cinquecentomila stranieri in vacanza ogni anno che rendono le Maldive il paese più ricco dell’Asia meridionale). Una ”polizza di assicurazione” sull’innalzamento delle acque, che garantisca i maldiviani dal rischio di diventare ”rifugiati ambientali”. Il modello che ha ispirato Nasheed è quello dei Paesi che nel Medio Oriente sono diventati ricchi con il petrolio, nazioni che hanno riempito le casse di denaro con cui stanno comprando attività in tutto il mondo. Nasheed: «Il Kuwait investirà in aziende, mentre noi spenderemo in terra. In fondo, gli israeliani hanno iniziato comprando terre in Palestina. Noi non possiamo fermare da soli il cambiamento del clima, e rischiamo solo di subirne le conseguenze. Così non ci resta che comprare terra altrove. una sorta di polizza d’assicurazione contro il peggior scenario possibile. Non vogliamo lasciare le Maldive, ma non vogliamo nemmeno diventare profughi e vivere decenni nelle tende». (Fabio Morabito, Messaggero 11/11/2008)
Il caso di Tuvalu, isola di 24 chilometri quadrati nell’Oceano Pacifico, il cui governo sostiene che il riscaldamento globale è colpevole delle inondazioni sempre più frequenti. Gli abitanti sono pronti a trasferirsi in Nuova Zelanda. Pochi giorni fa un gruppo di quaranta famiglie di un altro frammento di terra nel Pacifico, l’isoletta di Ontong Java, arcipelago delle Salomone, è stato costretto a sfollare per un’inondazione. Il governo della Nuova Guinea ha già promesso di accogliere i ”profughi ambientali”. (Fabio Morabito, Messaggero 11/11/2008)
La proposta di Mohamed Nasheed è la prima del suo mandato presidenziale: quarantunenne, è stato eletto all’inizio di novembre nelle prime elezioni libere del paese, con una maggioranza del 54,21%. Nasheed, del Maldivian Democratic Party (MDP), è considerato il "Mandela" delle Maldive: è stato messo in carcere 23 volte, ha passato 18 mesi in isolamento ed è stato più volte torturato dai fedelissimi del suo predecessore Maumoon Abdul Gaymoon, oggi settantunenne, presidente negli ultimi 30 anni, rieletto sempre senza dover mai affrontare la concorrenza di un altro candidato (solo nel 2005 il parlamento ha votato all’unanimità una riforma che ha permesso il multipartitismo). (Ansa 13/11/2008).
«L’esodo dei maldiviani aprirà nuovi problemi giuridici di un certo rilievo: quali diritti hanno gli abitanti di un Paese che non esiste più? Inoltre, essendo vittime di un mutamento climatico creato dalle nazioni sviluppate, forse potrebbero pretendere un contributo alla propria salvezza». (Vittorio Sabadin, La Stampa 13/11/2008)
La Repubblica delle Maldive: 1190 isole (di cui circa 202 abitate e 92 destinate a resort riservati ai turisti) divise in 26 atolli, una superficie di 90.000 chilometri quadrati coperta al 90% dal mare. Gli abitanti sono 385.925 (dato aggiornato a luglio 2008), un quarto dei quali vive nella capitale Malé (la seconda città è Hithadhoo, nell’Atollo Addu). Il reddito medio è di 4600 dollari all’anno, ma le statistiche non dicono tutto: solo metà della popolazione dispone di soldi, l’altra metà vive con meno di un dollaro al giorno. Cittadini di tre paesi europei garantiscono più della metà dell’afflusso turistico dell’arcipelago: il 50,5% arriva dal Regno Unito, il 19,7% dall’Italia, l’11,8% dalla Germania. (maldivesonlineguide.com; wikipedia; cia.gov/library/ publications/the-world-factbook)
Nel dicembre 2004 lo tsunami provocò 100 morti, 12.000 dispersi e danni per 300 milioni di dollari. (cia.gov/library/ publications/the-world-factbook)
C’è una stazione televisiva, 317.000 cellulari (dato del 2007), 33.000 utenti internet (2007), 5 aeroporti, 88 chilometri di strade asfaltate (60 solo nella capitale). La moneta è la rupia maldiviana (che vale circa 8 centesimi di euro), divisa in 100 laari. Pil: 2.569 milioni di dollari. Pil procapite: 7.675 dollari. Il 72,7% della popolazione è compresa nella fascia d’età 15-64 anni. (cia.gov/library/ publications/the-world-factbook)
La popolazione attuale discende da antenati di religione buddhista migrati dall’India meridionale e dallo Sri Lanka intorno ai secoli IV e V. Quando gli arabi iniziarono a percorrere le rotte commerciali verso il sud-est asiatico, le Maldive divennero un importante punto di scalo. I commercianti arabi esercitarono una forte influenza culturale sulla popolazione locale, che a partire dall’XI secolo si convertì gradualmente all’islam. Nel 1153 le Maldive divennero un sultanato. (maldivesonlineguide.com; wikipedia).
L’unica minoranza etnica è costituita da commercianti indiani insediati a Malè nei primi anni del XIX secolo. Sono poche centinaia di individui che costituiscono anche l’unica minoranza religiosa, essendo di fede sciita. (maldivesonlineguide.com; wikipedia)
Leggenda riportata da Mohamed Ibn Batuta (XIV secolo) su come il paese si convertì all’islam. Un giovane studente di Corano arrivò nelle Maldive e trovò la popolazione in grande agitazione: erano i giorni in cui si doveva sacrificare una vergine a Rannamaari, il demone marino che una volta al mese usciva dalle acque distruggendo tutto. Solo il sacrificio di una ragazza poteva placarlo. Il giovane fu molto colpito, anche perché la prescelta a morire era la figlia dell’uomo che lo ospitava. Decise di salvarle la vita: si travestì da donna e andò al tempio che sorgeva accanto alla spiaggia, in attesa che il demone arrivasse a prendersi la ragazza. Il giovane trascorse la notte recitando il Corano e Rannamaari non arrivò. La mattina successiva la popolazione arrivò per vedere cosa fosse successo e trovando il giovane in preghiera capì che il demone era stato sconfitto. Il re, felice, si convertì all’islam e ordinò ai suoi sudditi di fare la stessa cosa. (maldivesonlineguide.com).
Il 16 dicembre 1887 le Maldive diventarono protettorato britannico. L’Inghilterra promise protezione militare e la non ingerenza nell’amministrazione in cambio di un pagamento annuale. L’indipendenza dal Regno Unito fu sancita il 26 luglio 1965. Tre anni dopo, il sultanato divenne una Repubblica presidenziale. (maldivesonlineguide.com).
Le diseguaglianze sociali sono uno dei problemi che Nasheed dovrà affrontare. Ha già annunciato che venderà beni dello Stato, ridurrà le spese del governo e il numero dei ministri e trasformerà il lussuoso palazzo presidenziale di Gaymoon nella prima università maldiviana. (Vittorio Sabadin, La Stampa 13/11/2008)
Nel luglio del 2003 Amnesty International pubblicò un rapporto sulle violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime del presidente Gayoom. Si citavano casi di maltrattamenti nelle carceri, imprigionamenti di giornalisti e politici dell’opposizione e creazione di numerose carceri negli atolli più distanti.
Ad agosto di quest’anno, con Nasheed ministro dell’Informazione, è entrata in vigore la nuova Costituzione. Al punto (d) dell’articolo 9, aggiunto ex novo rispetto alla vecchia Carta del 1998, si legge: «Un non musulmano non può diventare un nostro cittadino». Un principio che non solo impedirà di ottenere la cittadinanza ai non musulmani ma ne provocherà la perdita anche per chi si converte o è figlio di un non islamico. Le persone colpite dalla revoca potranno restare nel Paese, ma solo per lavorare, e perderanno diritti fondamentali come quello di parola e di spostamento. La funzionaria dell’Unione europea Renata Tardioli, che a Malé è stata assistente legale nella stesura della nuova Carta, spiega così la riforma: «Quello dei maldiviani è lo smarrimento di una popolazione che, passata dalla sabbia ai grattacieli, sente il bisogno di punti fermi e li cerca nella religione». E forse non è un caso che nel 2007, per la prima volta dopo 19 anni, nella capitale Malé è esplosa una bomba che ha provocato il ferimento di 12 turisti stranieri. (Ansa 13/11/2008)
Sugli atolli, dove la popolazione è al 100% musulmana sunnita la riforma costituzionale che vieta «ogni legge contraria ai principi dell’Islam» è passata senza colpo ferire. «Qui le donne locali si vestono sempre più di nero e indossano il burqa - testimonia il console onorario italiano a Malé Giorgia Marazzi -. Impossibile immaginare adesso una protesta sul tema della libertà religiosa». (Alessia Rastelli, Corriere della Sera 27/8/2008)
«Una sostanza invisibile ai turisti. Nelle isole da loro frequentate, circa 90 riservate ai tour operator sulle 200 abitate nell’intero arcipelago, i maldiviani "normali", quelli che non hanno l’ambitissimo privilegio di lavorare per gli stranieri, non possono metterci nemmeno piede. E d’altro canto, i turisti non possono a loro volta girare liberamente nei villaggi dove la polizia di Gayoom ha potere di vita e di morte. Nel paradiso la sofferenza non si deve vedere. Né immaginare». (Paolo Salom, Corriere della Sera 26/6/2008).