varie, 15 novembre 2008
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Lavezzi EzequielIvn
• Villa Gobernador Gálvez (Argentina) 3 maggio 1985. Calciatore. Dal 2007/2008 al Napoli. Con l’Argentina ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino (2008). «[...] Gol, assist, lanci, dribbling e momenti di spettacolo puro. Lo chiamano il ”loco”, cioè il pazzo. Ma lui dice: sono buono e concreto. Poi lo chiamano ”el pocho”, cioè il fulmine. E lui sorride felice: sì, sono abbastanza veloce. un piccolo Tevez, dicono a Buenos Aires. Di più: un piccolo Ramon Diaz, dicono quelli del San Lorenzo de Almagro. […] Vecchi analisti partenopei sono scesi nel passato. Mah, ricorda un po’ Attila Sallustro. [...] trequartista, seconda punta, rifinitore e pure cannoniere. [...] a 17 aveva lasciato il calcio e si era messo a fare l’aiutante elettricista con i fratelli. Poi ha ripreso a giocare e ha fatto cose da pazzi. Cioè da loco. Con l’Estudiantes e il San Lorenzo di Ramon Diaz. E Diaz, centravanti a Napoli, Fiorentina e Inter, benedice il suo viaggio verso la sua vecchia Napoli. Lo voleva, prima di De Laurentiis, il River Plate. Offerta: cinque milioni di dollari. Ma Ramon scuote la testa: ”No, per quella cifra non comprate nemmeno il suo passaporto italiano. Ivan ne vale 20”. Pierpaolo Marino, che non è fesso, lo porta a Napule per 5 milioni e mezzo. Di euro. Tre anni prima il Genoa (Preziosi) lo aveva presso dall’Estudiantes per un milione e mezzo. Di dollari. E poi ceduto per la stessa cifra al San Lorenzo. Ezequiel nasce a Villa Gobernador Galvez, provincia di Santa Fè. Comincia nel Coronel Aguirre di Rosario, una maglietta tricolore: bianca rossa e verde. Poi entra nel Boca Juniors, la squadra di Lui. Cioè Dieguito. Poi fa l’elettricista. Qualcuno racconterà: ” diventato pazzo perché ha preso la scossa...”. Poi l’Estudiantes di Baires, primera B, terza serie. Guadagna 100 pesos, 25 euro al mese, segna 16 gol. E infine il San Lorenzo e la nazionale. Entra nell’Argentina il 5 luglio 2007, contro il Cile. Lo stesso giorno del passaggio ufficioso al Napoli. Lo stesso giorno, ventitrè anni prima, della presentazione di Diego Armando Maradona al San Paolo davanti a sessanta mila. Quel giorno Ezechiele aveva un anno. Un fulmine pazzo, dicono. Ma predestinato. Anzi destinato a una sola squadra. Perché Lavezzi è da Napoli, da San Paolo, da ribalta. [...] Ha avuto una infanzia dura e difficile ma è sempre stato allegro e vivace. Non ha dimenticato, nè dimenticherà i suoi amici di Galvez. Il fratello Diego è diventato il presidente della piccola squadra del Coronel, tutti ragazzi tirati fuori dalla strada. Come lui, strappato ad amicizie pericolose. Con Diego, e con l’aiuto del San Lorenzo, ha costruito una biblioteca. ”Non dimenticherò mai la mia gente e le mie radici”, dice fiero Ezequiel. Che però non ha mai avuto peli sulla lingua, perché non conosce l’arte della comunicazione. ”Ho sempre detto quello e sempre lo dirò”. Guarda che non si può dire tutto, lo hanno consigliato. Prima e dopo l’arrivo a Napoli. E lui: ”Mah, sarà anche un difetto ma per me è una virtù”. [...]» (Germano Bovolenta, ”La Gazzetta dello Sport” 3/9/2007).