varie, 15 novembre 2008
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Emanuel RahmIsrael
• Chicago (Stati Uniti) 29 novembre 1959. Politico. Democratico. Sindaco di Chicago (dal 2011). Già capo dello staff del presidente Barack Obama • «Le storie e gli aneddoti, alcuni veri altri inventati, che si raccontano di lui hanno una leggendaria intensità. Una volta mandò a un sondaggista un pesce marcio, avvolto nel giornale che aveva pubblicato i suoi pronostici sbagliati. La notte dopo la prima elezione di Bill Clinton, nel 1992, durante una cena di celebrazione, prese un coltello da bistecca e cominciò a fare a voce alta un elenco dei nemici del neo presidente: ogni nome, un fendente sul tavolo e il commento: “Morto!”. “Una scena degna dei Soprano”, ricorda uno dei partecipanti. Quanto alle sue telefonate con persone che conosce, siano di lavoro o private, finiscono invariabilmente con la frase: “Fuck you, love you”. E c’è un’altra storia [...]: il dito medio che manca alla sua mano destra glielo avrebbe fatto saltare un tank siriano, mentre serviva nell’esercito d’Israele. Non è vera: il dito se lo è tagliato da solo, da giovane, nell’affettatrice del fast-food dove lavorava. E non si è mai arruolato in Tsahal. Ma la leggenda centra ugualmente un aspetto fondamentale della personalità complessiva di Emanuel: [...] ha un fortissimo senso del suo ebraismo, è profondamento ed emotivamente legato al retaggio culturale che gli viene dalla sua biografia, è un amico di Israele. [...] La storia familiare e personale di Rahm Emanuel d’altronde parla chiaro. Suo padre Benjamin è un medico pediatra, nato in Israele, che fece parte della resistenza clandestina sionista negli anni Quaranta: era uno dei membri dell’Irgun, il gruppo militare ultranazionalista di cui fu capo anche l’ex premier Menachem Begin, che lottò contro l’occupazione inglese tra il 1931 e il ’48. [...] A Chicago, dove si trasferì negli anni Cinquanta, Benjamin fu attivo negli ambienti democratici della città più segregata d’America, combinando l’ebraismo con l’impegno per la causa dei diritti civili al fianco dei neri: un patrimonio intellettuale e politico, ereditato dal figlio. Anche se non ha mai combattuto nell’esercito di Tel Aviv, Rahm Emanuel nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, andò volontario civile in Israele, dove servì come meccanico in una base militare. Al ritorno lavorò nella campagna di Bill Clinton e due anni dopo diventò uno dei suoi più fidati consiglieri alla Casa Bianca. Un vero cane da guardia: celebre per gli urli e le maleparole ai suoi sottoposti, ma anche efficacissimo. Pronto a dire a Tony Blair, in visita a Washington durante lo scandalo Lewinsky: “Mi raccomando, non fare stronzate”. Fu lui, tra le altre cose, a dirigere la famosa cerimonia della stretta di mano tra Rabin e Arafat, sul prato della Casa Bianca. E soprattutto fu la testa di ponte di Bill Clinton con la comunità ebraica, che grazie a Rahm finanziò generosamente le loro campagne: “Senza di lui, dubito che ce l’avrei fatta”, disse più tardi l’ex presidente. [...] tre figli con la moglie Amy Rule, conosciuta a un blind date, Rahm Emanuel è devotissimo membro di una congregazione ortodossa di Chicago. È anche molto attivo nella Jewish Federation of Metropolitan Chicago, dove partecipa a discussioni ed eventi, intervenendo spesso sul Medio Oriente. [...]» (Paolo Valentino, “Corriere della Sera” 7/11/2008).