Vittorio Zucconi, L’aquila e il pollo fritto Mondadori 2008, 15 novembre 2008
Vita di Nelson Rockefeller
«...il vicepresidente Nelson Rockefeller, trapassato con il sorriso sulle labbra nel letto della segretaria giovinetta che lo guardò morire mormorando ”Oh Signore, oh mio Dio” senza avere il coraggio di chiamare i numeri d’emergenza...» Wikipedia su Nelson Rockefeller: «Nelson Aldrich Rockefeller (Bar Harbor, Maine, 8 luglio 1908 – New York City, 26 gennaio 1979) è stato un politico statunitense, nipote di John Davison Rockefeller, esponente del Partito Repubblicano, governatore di New York e vicepresidente degli Stati Uniti (1974-1976). Terzo figlio di John Davison Rockefeller jr. (unico erede dell’omonimo patriarca della famiglia), fin da piccolo comincia a soffrire di dislessia[1] ed anche a causa di ciò i suoi risultati scolastici saranno deludenti[1], tanto che l’università di Princeton gli negherà l’accesso[1] nonostante l’altisonante cognome. Entrerà poi al Dartmouth College, dove otterrà la laurea nel 1930. Nel 1931 sposa Mary Todhunter Clark e poco dopo inizia a lavorare per l’impresa di famiglia, partecipando alla gestione dell’enorme e ambizioso progetto edilizio della famiglia nel cuore di Manhattan: il Rockefeller Center. Dopo un lungo viaggio in America Latina, si impegna nella campagna elettorale del 1952 al fianco di Dwight Eisenhower, da cui tuttavia è costretto ad allontanarsi a causa di un litigio con il Segretario di Stato (nonché collaboratore del Presidente) John Foster Dulles[1]. Nel 1957 Nelson Rockefeller ha partecipato, affiancando la famiglia Caprotti e altri soci minori, con una quota decisiva all’apertura della prima catena di grande distribuzione aperta in Italia, la Supermarkets Italiani, oggi conosciuta come Esselunga. Nel 1958 il Partito Repubblicano lo candida come governatore di New York: nonostante la tradizione progressista di questo stato, egli riesce a vincere brillantemente. Ogni volta che si ricandidò per questa carica Rockefeller verrà sempre riconfermato, e rimase in sella fino al 18 dicembre del 1973. Intanto, nel 1961, aveva subito la perdita del figlio Michael (antropologo 23enne scomparso in Guinea), mentre l’anno dopo aveva divorziato da Mary Clark per sposare Happy Rockefeller. Ha concorso, senza successo, alle primarie presidenziali per il Partito Repubblicano nel 1960, 1964 e 1968. Nella seconda occasione subì una dura contestazione durante la convention del suo partito, dovuta al divorzio e quindi all’immagine troppo liberal che aveva dato di sè[1]. La terza candidatura ricevette miglior accoglienza, ma fu battuta da quella di Richard Nixon. Da questo momento in poi Rockefeller si spostò più a destra (politica), e i suoi ultimi anni da governatore di New York sono caratterizzati dall’assedio di Attica[2], da una durissima legge anti-droga e da una stretta allo stato sociale. Nel 1974 Nixon è costretto a dimettersi a seguito dello scandalo Watergate: alla presidenza sale Gerald Ford, che tra la sorpresa generale lo nomina vicepresidente. Tuttavia alle elezioni presidenziali del 1976 Ford non lo confermò, sostituendolo con Bob Dole: ciò avvenne perché i "falchi" conservatori del partito erano rimasti delusi dalla sconfitta di misura alle primarie del loro candidato Ronald Reagan, e pretesero che un loro rappresentante fosse scelto come vicepresidente. Deluso, si ritirò a vita privata e morì non ancora 71enne, a causa di un infarto».