VArie, 15 novembre 2008
Carmelina Miano detta Lina, 54 anni. Casalinga di Catania, sposata con un bracciante agricolo, madre di due figli: uno di 34 anni ricoverato da undici in una casa di cura per disturbi psichiatrici; l’altro, Paolo La Rocca, 25 anni, un po’ strano di testa pure lui, di giorno lavorava nei campi, la sera andava al bar con gli amici, e di continuo litigava per facezie con la madre
Carmelina Miano detta Lina, 54 anni. Casalinga di Catania, sposata con un bracciante agricolo, madre di due figli: uno di 34 anni ricoverato da undici in una casa di cura per disturbi psichiatrici; l’altro, Paolo La Rocca, 25 anni, un po’ strano di testa pure lui, di giorno lavorava nei campi, la sera andava al bar con gli amici, e di continuo litigava per facezie con la madre. Giovedì scorso la donna rimproverò il ragazzo per l’acquisto di una borsa, allora lui prese un coltello da campagna di quelli che si usano per tagliare le sterpaglie, brandendo l’arma raggiunse la donna in bagno e le infilzò le braccia, quella terrorizzata tentò di scappare, lui inseguendola per tutta casa la colpì dietro alle gambe e poi, quando cadde sul pavimento del soggiorno, le conficcò la lama nel corpo ottanta volte facendo schizzare il sangue ovunque, tanto che la casa, riferirono i carabinieri, «sembrava una macelleria». Rintracciato dopo tre giorni di fuga, il La Rocca Paolo, freddo e lucido, raccontò il delitto nei dettagli e poi spiegò: «Non riuscivo a stare più con lei nella stessa casa. Non la sopportavo più». Verso le 20 di venerdì 14 novembre in una casa in via Vittorio Veneto nella periferia di Licodia Eubea, 3.400 anime in provincia di Catania.