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 2008  novembre 20 Giovedì calendario

Panorama, 20/11/2008, Daniela Fabbri. Alla fine il rischio è che giri la testa. Dopo giorni passati a girare fra banche e finanziarie chiedendo un prestito, la vertigine è quasi sicura perché numeri, tassi, rate e condizioni sembrano non rispondere ad alcuna logica

Panorama, 20/11/2008, Daniela Fabbri. Alla fine il rischio è che giri la testa. Dopo giorni passati a girare fra banche e finanziarie chiedendo un prestito, la vertigine è quasi sicura perché numeri, tassi, rate e condizioni sembrano non rispondere ad alcuna logica. Una certezza però c’è: in caso di necessità un prestito si trova, anche senza troppi problemi. Sarà la faccia affidabile? Forse, perché neppure la confessione «sono una libera professionista, non ho una busta paga» sembra suscitare dubbi o perplessità. Per avere le idee più chiare e qualche informazione di base la cronista ha digitato «prestito» su un motore di ricerca e sono comparsi oltre 5 milioni di pagine. Senza andare oltre la prima schermata, eccoci nel sito della Findomestic. Tempo tre clic e la rata è calcolata. Richiesta: un prestito di 20 mila euro per comprare mobili, da rimborsare in 48 mesi. Tre secondi dopo la risposta: 538,80 euro di rata mensile, 200 euro di istruzione della pratica, Tan 10,13 per cento, Taeg 11,20 per cento. A conti fatti la cifra da rimborsare è di 25.862 euro. «Chiedi direttamente il tuo prestito online» dice il sito, e pone tre requisiti: avere fra 18 e 65 anni, un reddito dimostrabile e la residenza in Italia. Per capirne un po’ di più la cronista chiama il centro clienti di Milano. Certo, c’è una valutazione preliminare dei requisiti, ma in genere la procedura non richiede più di una settimana-dieci giorni, ma a dicembre i tempi si allungano» spiega cortese l’operatore «a Natale le richieste aumentano». Poi, per scrupolo, la cronista riprova il calcolo online sullo stesso sito: adesso la rata è scesa a 521,20, il Tan a 8,92 per cento e il Taeg a 9,29 per cento e delle spese di istruzione della pratica non c’è più traccia. A due giorni di distanza, Tan e Taeg sono rimasti invariati ma la rata mensile è inspiegabilmente scesa a 496,80. Sarà l’effetto della riduzione dei tassi della Bce? Per trovare qualche certezza bisogna provare in banca. Il primo tentativo è in una filiale della Intesa Sanpaolo. Accoglienza impeccabile, operatore gentilissimo, la cronista spiega che vorrebbe un prestito, come libera professionista. In un attimo è pronto il conteggio: 9,85 il tasso nominale, prima rata di 505,81 euro, Taeg 10,90 per cento, 14,62 euro di imposta di bollo, 200 euro di istruttoria della pratica, nessuna commissione sulle rate. All’Intesa offrono anche la possibilità di «assicurare il prestito»: sono altri 1.514 euro che però la banca finanzia. In questo caso si può spuntare mezzo punto di interessi in meno e sarebbero azzerate le rate residue in caso di morte, invalidità totale permanente, disoccupazione. Con l’assicurazione la rata salirebbe a 538,96 euro (totale: 25.870 euro più le spese). La prossima mossa è provare una banca diversa. Incuriosita dalla martellante campagna pubblicitaria delle Banche di credito cooperativo («La mia banca è diversa» lo slogan), la cronista fa visita a uno sportello appena fuori Milano. L’operatore è immediatamente a disposizione. Solita richiesta e lui come sempre inserisce i dati nel computer. In pochi secondi arriva il verdetto: 7,50 per cento di tasso nominale, 8,27 per cento di Taeg, prima rata da 483,54, 50 euro di spese iniziali, 50 di oneri d’imposta, 2 euro di spese per rata. Comprese le spese la somma da rimborsare è di 23.405 euro, oltre 2 mila euro in meno rispetto alle proposte precedenti. L’impiegato consegna il prospetto con le informazioni, rassicura sul fatto che la condizione di libera professionista non è un problema, precisa che è comunque indispensabile presentare la dichiarazione dei redditi e un preventivo delle spese che il prestito deve coprire. Ovviamente la banca si prenderà il tempo per controllare la situazione debitoria, ma in una decina di giorni prevede di erogare il prestito. E se passati i dieci giorni la banca dicesse no? Meglio prevedere tutte le opzioni e predisporre soluzioni alternative. Alla cronista non è mai capitato prima di entrare in uno di quei negozi-ufficio che sembrano agenzie immobiliari. Ma i cartelli parlano di «intermediazione creditizia». In un negozio con l’insegna Kiron, una rete in franchising, una ragazza gentilissima ascolta la richiesta, la solita di 20 mila euro. L’ammontare della cifra desta una certa sorpresa, è piuttosto elevato rispetto ai loro standard, ma si prosegue con le domande che servono per compilare il questionario prestampato. Essere cittadina italiana, residente da anni nello stesso luogo e libera professionista fanno «acquistare punti», dice l’impiegata (per la prima volta essere una free lance sembra essere una fortuna). Spiega che i prestiti sono ottenuti attraverso le società specializzate di due banche, la Ducato (del gruppo Banche popolari) e la Clarima dell’Unicredito. Tocca al computer per la solita simulazione. La prima risposta arriva dalla Ducato: 579,50 euro di rata mensile, tasso nominale al 13 per cento e Taeg al 15 per cento, ma con le commissioni comprese nella rata. Di fronte alla perplessità sul tasso l’impiegata spiega: «Sa, in questo periodo i tassi si sono alzati. E anche avere il prestito non è così facile, prima lo davamo a tutti, adesso c’è un po’ più di selezione». Sarà, ma i giornali parlavano di una discesa dei tassi. La ragazza non si perde d’animo e prova a ottenere il preventivo dalla Clarima: «Dovrebbero avere un tasso del 9 per cento circa». Gli sforzi al computer non danno risultato: la Clarima non risponde, il preventivo resta uno, peraltro scritto a mano su un foglietto, visto che non viene consegnato alla cronista alcun prospetto. A casa l’ultima verifica nel sito della Ducato. C’è la solita icona che invita a calcolare la rata online: i soldi offerti dall’impiegata della finanziaria con un tasso del 13 per cento qui li darebbero al 9,45 per cento, con la possibilità di rinegoziare in qualunque momento la rata e di aggiungere altri soldi a prestito in corso. A questo punto è evidente la conclusione: mai accontentarsi della prima offerta. Chissà, forse la migliore proposta sarà l’ultima. Dopo la richiesta via email di un preventivo sul sito della Compass, gruppo Mediobanca, la risposta, automatica probabilmente, conteneva una promessa: si sarebbero fatti vivi al più presto. Sono passati alcuni giorni ma la risposta non è ancora arrivata